
Fisco: più certezza del diritto
La stabilità delle regole, gradita agli investitori stranieri, è capace di ridurre e velocizzare gli adempimenti (e il contenzioso).
La stabilità delle regole, gradita agli investitori stranieri, è capace di ridurre e velocizzare gli adempimenti (e il contenzioso).
All’Italia serve un’economia dell’arte e della cultura in cui il fisco possa essere da stimolo. Come? Estendendo per esempio l’Art bonus ai beni privati e detassando gli utili reinvestiti dalle società benefit.
Novità rilevanti nel codice su crisi d’impresa e insolvenza, ma ancora troppe imprese ignorano questo strumento: i professionisti devono fare la loro parte.
Quella varata a fine anno dal governo è forse la più completa procedura di regolarizzazione adottata nel nostro Paese, nonostante preveda in molti casi il pagamento dei tributi dovuti. La distensione del rapporto tra cittadino e fisco è una delle dimensioni più rilevanti ma poi si dovrà lavorare a una vera riforma.
La Legge di bilancio sdoganata dal governo lascia aperte molte questioni tributarie da affrontare a partire da gennaio, tra cui flat tax, delega fiscale, diversa fotografia dei patrimoni e un profondo ripensamento della cultura dei bonus. Occorre riformulare un nuovo patto basato sulla corretta conoscenza dei contribuenti.
La manovra ha definito il perimetro tributario in cui collocare le monete digitali proprio ora che vivono una drammatica crisi di fiducia dopo alcuni clamorosi fallimenti. Ma servono correttivi e non si possono pretendere sanzioni per il passato.
La Legge di Bilancio contiene provvedimenti interessanti da un punto di vista tributario: crediti di imposta su consulenze per le quotazioni in Borsa, interventi sulle criptovalute e una necessaria ma complessa sanatoria fiscale per aziende e famiglie.
Le elezioni Usa di metà mandato hanno frenato l’avanzata repubblicana e rinforzato la posizione del presidente Biden. Sui temi fiscali si gioca la grande differenza con il partito di Trump: il Congresso si esprimerà a breve sull’intervento da 370 miliardi di dollari che spaventa le imprese Ue.