Economia della Conoscenza

Archi e jazz fanno… Scintille!

Scritto il

di Beppe Ceccato

Non solo fuga di cervelli votati alla scienza e alla tecnologia, ma anche di intelligenze devote alla musica. Una di queste è Ludovica Burtone, violinista con un curriculum da paura, innamorata del jazz, che agli inizi del mese ha pubblicato Sparks, Scintille.

Cover del disco di Ludovica Burtone
Cover del disco Sparks di Ludovica Burtone

Sei brani, di cui cinque originali e uno, Sinhá, ritrascritto, tratto da una canzone di Chico Buarque e João Bosco del 2011.

Ludovica ha studiato al conservatorio di Udine, si è perfezionata al Liceu in Spagna e alla Berklee School of Music di Boston.

Poi s’è guardata intorno per capire cosa fare della sua vita e della sua professione, decidendo di andare dove la cultura non solo è apprezzata ma pure pagata:

Vivo a New York da oltre dieci anni – mi racconta – perché comunque là si lavora. In Italia si vive bene ma con la musica non si vive affatto.

E qui si apre un sipario dietro al quale si trovano decine e decine di bravi artisti che nel nostro Paese fanno, quando va bene, gli insegnanti di musica come primo lavoro, lasciando l’arte a un’attività di costoso passatempo irto d’ostacoli.

Il suo Sparks – potremmo anche chiamarlo in lingua friulana Falischis – è un gran bel disco, solido, vivace, ricco di contenuti, 45 minuti dove il jazz si fonde con accenni classici, latin, musica contemporanea, ensemble quanto mai complesso ma divertente, pezzi scritti nell’arco degli anni, rivisti, riarrangiati e per questo di grande impatto.

Per dirla con le sue parole:

Il jazz è un’espressione in cui puoi essere tu, autentico, ma anche qualcun altro, puoi essere tante cose.

E se in Sinhá ad accompagnarla ci sono due bravi musicisti brasiliani, Leandro Pellegrino alle chitarre e Rogerio Boccato alle percussioni, in Altrove la magia si compie con la cantante Sami Stevens:

Ho iniziato a scriverlo una decina di anni fa a Banff, tra le montagne dell’Alberta dove ho frequentato un workshop di tre settimane di jazz e musica creativa – dice l’artista. – Mi piace perché la voce di Sami diventa un timbro musicale che si armonizza con gli archi.

Mentre Awakening, altro brano decisamente interessante, vanta «un assolo da paura della sassofonista Melissa Aldana». Un disco registrato tra mille precauzioni durante il Covid, rigorosamente in presenza, tranne che per la batteria di Roberto Gianquinto in Incontri (il musicista ha mandato il suo contributo).

Disco da degustare con attenzione, magari abbinato a un buon bicchiere di Armagnac… gioie della vita!