Economia della Conoscenza

Cuba mi tierra, il viaggio dell’anima

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di Claudio Brachino 

Cuba Mi Tierra Libro
Cuba Mi Tierra

Un libro emozionante, Cuba mi Tierra, la fotografia in bianco e nero, e una fotografa, Keila Guilarte. Keila è cubana, sull’isola ha vissuto la prima parte della sua vita, ha avuto un’esperienza sportiva importante nella nazionale di nuoto sincronizzato, poi è venuta in Italia per amore. Ha fatto la modella per brand importanti, ha fatto televisione e oggi fa la fotografa con grande impegno, come scrive sulla prefazione del libro:

Sono una donna consapevole, madre, moglie. Sono inoltre molto felice di aver intrapreso questo percorso che mi riempie di tante emozioni, che è la fotografia.

Tornata a Cuba dopo una lunga lontananza, ha scattato queste foto bellissime, raccontando il senso del suo Paese.

Nellintroduzione del libro scrivi che Cuba è poesia e luce: ti alzavi la mattina e con la macchina andavi a cercare con il tuo sguardo intorno a te.

Immagine Libro Cuba Mi Tierra

Tutto è partito dalla prima immagine che ho scattato e che ho chiamato Fraternità. Lì mi è scattato qualcosa. Ho sempre avuto la macchina fotografica con me, facevo delle fotografie così, a caso. Invece quest’immagine mi ha aperto un mondo.

Immagine Libro Cuba Mi Tierra

Mi sono detta: «Questo popolo è davvero incredibile». Si vedono questi ragazzi muscolosi che si danno la mano uno con l’altro per uscire dall’acqua arrampicati sui piloni: quello in acqua scappava da una medusa.

Lì c’è tutto, no? La solidarietà, l’aiuto, il darsi una mano. In quella foto c’è l’idea di un popolo. Lo dico prima, non voglio parlare di politica pura, ma di politica nel senso lato del termine.

Cuba in un libro darte, in un racconto estetico, non uno specificamente politico. Però tu narri anche nella tua biografia che da giovane hai vissuto in modo molto sobrio, con poco. Sei entrata nella nazionale di nuoto sincronizzato, che è disciplina. In molte di queste foto vedo una dimensione essenziale.

Penso che, come ho già detto, inconsapevolmente queste immagini mi appartengono in tutti i sensi perché dentro c’è tanta umanità, c’è tanta… Non la chiamo povertà, ma dignità, quindi mi sono ritrovata.

Come vedete, non sono le classiche foto a colori da turista, sono esperienze che ho vissuto anch’io, la casa di legno, il ventilatore, immagini che mi appartengono.

Lautrice che parla del suo popolo. Anche questa è solidarietà. Un popolo che mostra una grande umanità senza langoscia delle nostre paranoie occidentali, porte chiuse, diffidenza per laltro…

Penso che si debba al fatto che non c’era Internet e nemmeno i telefonini, non c’erano tanti strumenti che purtroppo adesso ci portano via tanta umanità personale. Lì è rimasto così, proprio per questo. Certo, comunque siamo cresciuti con un governo che ha impresso una bella disciplina, diciamo. Questo ha influenzato tanto.

Perché la scelta del bianco e nero per una terra dove il colore, come ricordi tu stessa, è fondamentale? AllAvana sono rimasto colpito dal colore delle case, della gente, delle macchine, delle insegne, è tutto a colori quel posto!

Keila Guilarte Il bianco e nero ti porta in una dimensione atemporale, assoluta del ricordo. Un luogo interiore. Il bianco e nero mi appartiene. In quel momento lì ero così. Cuba è colori, vivacità e amore, come ho scritto. Penso che Cuba sia un teatro a cielo aperto.

Una delle foto che mi ha colpito è quella delle scarpe da ballerina bucate come in un passo di danza…

Era un ragazzo. Gli ho chiesto se non gli facesse male il dito che usciva dalla scarpa. Mi ha risposto che aveva un paio di scarpe belle ma che le usava solo per le occasioni speciali, per gare o esibizioni.

C’è anche il mare in bianco e nero, così come una serie di tuffi. Si vede che sei stata una nuotatrice. C’è il momento del gesto, della bellezza atletica. Però in un contesto povero” se me lo concedi, non è certo una performance. È lidea della bellezza fisica catturata in quel momento.

Il contesto era comunque bello, interessante poi… Mi rivedo quando facevo sport: ci siamo trovate tante volte in quella situazione. Abbiamo nuotato in mare perché a volte non c’era il cloro nella piscina. È stato come andare alla ricerca di quegli attimi, del tempo passato.

Ci sono anche molti primi piani, soprattutto di persone anziane, come il ritratto di quelluomo che sta fumando una sigaretta…

Quel signore mi ha colpito, perché era in una sedia a rotelle, mi aveva chiesto se avevo una sigaretta, abbiamo chiacchierato ed è scattata la l’immagine giusta.

Un altro scatto che trovo molto bello sono le scarpe appese sul filo della corrente, ricorda il nostro neorealismo italiano post guerra, prima del boom economico, quando le persone vivevano di poche cose.

Sì, infatti questo scatto sono andata a cercarlo, perché sapevo di questa strada all’Avana, con me c’era una persona che mi accompagnava, abbiamo impiegato un paio d’ore per trovarla.

Ci sono anche delle immagini femminili molto diverse dallimmaginario che noi ci siamo costruiti sulle donne cubane. Come il ritratto di una donna formosa con il fazzoletto legato intorno alla testa e gli occhiali da sole…

Lei era una santera, una che legge il futuro. Voleva predirmelo, mi sono rifiutata, non ho paura, però cerco di stare alla larga. La Santeria è molto diffusa a Cuba, viene dallo spiritismo africano. Queste persone hanno una connessione con la spiritualità, riescono a dirti cose pazzesche.

Ultima foto, ci sono due ragazzi su uno scooter che conducono un cavallo legato con la cavezza: dove è stata scattata?

A Camagüey molto vicino a quel signore che fumava la sigaretta, nel 2018. Mi ha colpito la familiarità con cui il cavallo li segue, come se fosse un animale domestico, una parte di loro, del loro essere interiore…

Ho fatto qualche esempio ma invito i lettori del Settimanale a vederle tutte le foto del libro perché insieme costruiscono il senso profondo di questa pubblicazione.

L’ho fatto con tanto amore. Sono immagini che avevo già, le prime sono state scattate nel 2017, da lì è partito tutto. L’amore è il motore primario di tutta la nostra esistenza, anche nella fattura di libri come questo.

A proposito di amore: il ricavato del libro va in beneficenza?

Ho approfittato di questo meraviglioso progetto per potere dare un aiuto al mio paese in qualche modo. Quindi certo, il ricavato delle vendite va a loro.

Lo hai presentato a Milano con una mostra, lo riproporrai ancora?

A febbraio esporrò a Roma, a Palazzo Ferrajoli. La data esatta non è stata ancora decisa, ma sarà all’incirca a febbraio… ve lo farò sapere.

Come fotografa non ti fermerai a Cuba. Ho sentito che andrai in Africa per un altro progetto, sempre in bianco e nero?

La mia anima è diventata colorata! Andrò probabilmente in Uganda come fotografa ufficiale di una organizzazione no profit appena creata, To Get There, onlus nata nel mondo della moda, fondata da Piero Piazzi e Massimo Leonardelli. C’è un bellissimo progetto fotografico, un lavoro di raccolta fondi che finanzierà aiuti per bimbi affetti dall’Aids.