Economia della Conoscenza

Fantastic Negrito: la storia si fa anche con l’amore

Scritto il

di Beppe Ceccato

Album derivati da lavori precedenti di solito non sono una grande notizia. Ma quando c’è di mezzo Fantastic Negrito, al secolo Xavier Dphrepaulezz, 55 anni, di Oakland, California non bisogna dare mai nulla per scontato.

Il suo Grandfather Courage (Acoustic) sulle librerie fisiche e digitali dal 3 febbraio, è un lavoro baciato dalla creatività e da una musica estroversa e toccante.

Partendo da White Jesus Black Problems, album uscito il 3 giugno dello scorso anno, disco che gronda R&B, hip-hop, funk, soul, rock’n’roll nello stile tutto particolare di questo incredibile e creativo musicista, Negrito ha tirato fuori dal suo personale zainetto creativo una versione acustica intensa, roots con sussulti gospel e interventi alla Prince. Già, perché i suoi gridolini funk, le sue scalate sul pentagramma, improvvise, sferzanti o morbidissime che siano, sono il frutto di un amore del Nostro per la musica e il lavoro del genio di Minneapolis.

La storia che Fantastic Negrito racconta risale a 350 anni fa. Ed è una storia vera che ha a che fare con la sua discendenza di afroamericano. Ha per protagonisti due suoi antenati, una donna bianca scozzese, Grandma Gallamore, e uno schiavo, Grandfather Courage. I due si innamorano e lo fanno sfidando le leggi razziali della Virginia del 1750.

È un lavoro che parla di amore, lotta, speranza. Così tra chitarre struggenti, pianoforti essenziali quanto necessari, cori gospel la narrazione se ne va in 47 minuti di pura magia. Virginia Soil, l’ultimo brano, ricorda con insistenza che la libertà è una speranza mai sopita – Freedom Will come, I know one day I’m sure that freedom will come – canta Xavier mentre una slide guitar riporta al blues del Delta. Gli ingredienti umani, sociali, letterari ci sono tutti e sono quanto mai attuali.

In My Head ha un gioioso e irresistibile ritmo dance che invita alla speranza, mentre Oh Betty, invocazione all’amata incarcerata per aver violato la legge sulla separazione tra bianchi e neri, a un blues delle radici, cantilenante con una trama vocale di grande maestria e un piano decisamente jazz che risolve quest’invocazione alla resistenza.

Compratelo e ascoltatelo. In tempi di Sanremo, dove importante è vendere sottovuoto roba valida per una stagione quando va bene, la musica, quella vera che arriva dritta al cuore, non delude mai.