Economia della Conoscenza

Il “Sole ad Est” visto dal pianeta di Natalia Moskal

Scritto il

di Beppe Ceccato

Natalia Moskal
Natalia Moskal

Natalia Moskal è una gradita sorpresa. Polacca di Lublino, 29 anni, una laurea in lingua, letteratura e traduzione inglese, un amore per la lingua italiana che parla fluentemente, una passione per la musica e il canto, fondatrice di una casa editrice molto particolare nel suo Paese. All’attivo ha tre album, l’ultimo di questi si intitola There is a Star ed è dedicato a Sofia Loren, 14 brani tratti dalle colonne sonore di film interpretati dall’attrice romana. Un mese fa ha pubblicato un singolo, Sole ad Est, cantato in italiano, scritto con Paola Candeo e coprodotto con Michal Fox Krol, il primo tassello che, si spera, diventi quanto prima un lavoro compiuto. Una voce piena per un pop raffinato, dove contano i testi ma anche la voglia di viaggiare tra generi, dal R’N’B, all’elettronica, al jazz.

Natalia sei di Lublino, vicina al confine ucraino. Dalla Polonia in un anno di guerra sono passati 10 milioni di ucraini in fuga, con una media di permanenza nel paese di un milione e mezzo  di persone. Com’è la situazione adesso?

Più tranquilla, molti rifugiati hanno trovato casa e lavoro. All’inizio è stato difficile: tutte le persone che conosco qui hanno ospitato una famiglia ucraina, noi inclusi. Dopo il Covid la situazione economica era già difficile e il conflitto ha peggiorato le cose. C’è stato un incredibile aumento dei prezzi, l’inflazione è quasi al 18 per cento, non ci sono soldi per pagare il cibo, i mutui. Ci si augura che questa guerra finisca, anche se ci vorranno anni.

Veniamo al tuo brano, Sole ad Est

L’ho dedicato a mia nonna, una persona molto cara per me, mancata qualche mese fa. L’ho scritto in inglese e poi con l’aiuto della mia amica e vocal coach Paola Candeo, l’ho tradotto in italiano. Parlo del dolore legato alla perdita di qualcuno che ami…

C’è anche un video, lo hai registrato in Italia?

No, sarebbe stato troppo costoso e poi qui in Polonia ho un team di bravi professionisti, miei amici. Racconta di una ragazza che dal suo minuscolo pianeta osserva tutto l’universo e il fluire del tempo.

Stai lavorando anche a un album?

Sì, lo farò con un bravo produttore italiano, non dico chi perché ancora non ho firmato. Quest’anno vorrei dedicarlo alla musica e ai concerti, anche se per un’artista emergente non è facile trovare luoghi dove suonare.

In Polonia hai fondato una casa editrice, la Fame Art – Books & Music. Mi racconti?

A casa i libri sono essenziali, come la musica. Mio padre ha una biblioteca di oltre quattromila titoli, ci sono libri ovunque. È nata un po’ per caso, l’ho fondata con mia madre. Abbiamo trovato il libro di una scrittrice Yiddish che non era mai stato pubblicato in Polonia. Per noi la cultura ebraica è importantissima perché fa parte della storia polacca. Il libro era di Ester Kreitman, sorella di Isaac Bashevis Singer, scrittore ebreo-polacco Nobel per la Letteratura nel 1978. L’assurdo è che in Italia sono testi disponibili, ma non qui. Così ho scritto al detentore dei diritti della Kreitman: avevo 21 anni e lui 70, non mi prese sul serio. Poi, parlandoci, si convinse e mi diede l’ok. Il primo ostacolo era superato, ma… scoprimmo che nessuna casa editrice voleva stamparlo e distribuirlo. Così abbiamo creato la nostra editrice facendoci aiutare da un editore di Lublino. Il libro è andato molto bene. Abbiamo acquisito altri diritti, pubblicando Keyla La Rossa di Singer.

Ti occupi anche di femminismo intersezionale…

Un tema profondo. Comprendere che non tutte le donne sono discriminate allo stesso modo, che ci possono essere più piani discriminanti, è complicato. Sono messaggi che spero vengano capiti. Su questo tema ho tradotto Le formiche non hanno le ali di Silvia Gentilini, libro tosto ma bellissimo, scritto davvero bene.