Economia della Conoscenza

Piccoli produttori per grandi bottiglie: Gandolfi, Zazzara, Lagatta

Scritto il

di Riccardo Lagorio

Azienda Agricola Gandolfi Marco e Andrea – Ulfus

«Il vino nasce in vigna, ma è  il frutto di un territorio, di una storia, di una tradizione e, alle volte, di una leggenda. È il caso di Ulfus» rivela Marco Gandolfi, vignaiolo in Dozza, dove gli anziani narravano di un vitigno a bacca rossa coltivato anni prima, ormai scomparso. Un giorno, nel ripristinare la scarpata danneggiata da una frana dovuta all’esondazione del Rio Sabbioso, Marco scoprì alcuni filari di vigneto. Una vite si era maritata a un albero di acacia e da lì prelevò alcune marze da innestare vicino a casa. I primi grappoli arrivarono nel 1995: «Uva visivamente molto bella e ottima all’assaggio». L’Ispettorato Agrario di Imola diede a quest’uva il generico nome di Negretto, coma accadeva agli orfanelli dai genitori sconosciuti: Esposto, Di Dio e così via. Da Negretto (e un’unghia di Sangiovese) nasce un vino austero, dal colore cremisi, giustamente tannico, anche da invecchiamento di cinque e più anni. Al naso ricorda la noce moscata e l’amarena sotto spirito. Da provare con il friggione, a base di cipolla, peperone, pomodoro ed eventualmente melanzana e zucchina.

✉  Via Loreta Berlina, 2 – Dozza (BO)

☎ 0542678402

Fausto Zazzara – Majgual Pas Dosé 60 mesi

Tutti sanno cosa sia un albergo diffuso. Ma il concetto di cantina diffusa rimane ai più ignoto, almeno fino a quando non si visita quella di Fausto Zazzara, ricreata lungo i cunicoli e i fondaci in tufo di Tocco da Casauria. Zazzara è probabilmente l’unica persona nel panorama vitivinicolo nazionale che da motori e altri oggetti pronti per la discarica sa trarre strumenti utili per illuminare, raffreddare e mantenere in vita le sue cantine sotterranee. Del resto, ingegnere lo è stato e ora si diverte a riscoprire i grandi bianchi abruzzesi in versione spumante: Pecorino, Passerina, Trebbiano e soprattutto Cococciola. Iniziata quasi per gioco, l’avventura si declina oggi in una decina di proposte sotto la suggestiva definizione di Majgual, poiché ogni annata, ogni bottiglia, ha i propri vezzi e il vino artigianale non deve essere sempre uguale. Lo spumante metodo classico che è rimasto sui lieviti 60 mesi, dal colore giallo zolfo intervallato da minime e continue bollicine, conquista il naso con note di cedro e zafferano. Ottimo sempre, vuole le scrippelle ‘mbusse, le crespelle condite con pecorino e pepe, infine tuffate in brodo di gallina.

✉  Via Mazzini, vico I – Tocco da Casauria (PE)

☎ 3936597739

Azienda Agricola Lagatta – Tintilia del Molise DOP

Sotto il profilo enoico, la bandiera del Molise si chiama Tintilia e ai viticoltori molisani va dato il merito di avere saputo valorizzare nel giro di pochi anni questo vitigno a bacca rossa, per lungo tempo considerato biotipo del Bovale Grande sardo e tralasciato nel secondo dopoguerra a favore di colture più produttive come Montepulciano, Aglianico e Sangiovese. Antonietta Lagatta e la madre Maria Lucia Pietroniro mettono a valore da qualche anno le colline intorno a Lupara, nella parte interna della regione. La loro Tintilia del Molise si distingue per il colore rosso rubino con un’unghia viola. Viene alla ribalta per un naso che sa di confettura di prugne, una nota di rosa e di fichi neri. In bocca è succoso e caldo, piacevolmente pimpante per le sue lontane note balsamiche. Può accompagnare piatti a base di carne grigliata o arrosto, ma ancor più adatto ad accostarsi alla ventricina, il salume molisano leggermente piccante.

✉  Via Giovanni Falciglia, 35 – Lupara (CB)

☎ 3490643458