Finanza e Risparmio

Aumento tassi? Sale la febbre da minibond

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di Mariarosaria Marchesano

Con il nuovo aumento dei tassi d’interesse da parte della BCE è ormai prossima la soglia del 3%, ma con un maggior rischio di ulteriori rialzi rispetto alla Fed considerata la persistenza dell’inflazione.

Di fronte a questa prospettiva, che era già abbastanza evidente a inizio anno, molte aziende si sono mosse in anticipo provando a raccogliere liquidità sul mercato dei capitali prima di trovarsi spiazzate dai rincari dei costi dei finanziamenti bancari (si stima 15 miliardi in più solo con quest’ultimo ritocco di metà dicembre).

Le PMI e la febbre dei minibond

Si spiega così, secondo il gruppo di ricercatori del Politecnico di Milano coordinati dal professor Giancarlo Giudici, il boom di emissioni di minibond – vale a dire i prestiti obbligazionari al di sotto di 50 milioni di euro – registrato nel primo semestre 2022: 560 milioni il valore totale, il doppio rispetto al secondo semestre del 2021 (277,5 milioni) e quasi cinque volte rispetto al primo semestre 2021 (112,4 milioni).

Un altro dato sorprendente è che le PMI emittenti risultano essere 614, di cui ben 65 si sono affacciate sul mercato per la prima volta quest’anno (nel 2021 le new entry erano state 37). Insomma, il prevedibile aumento del costo del denaro sta spingendo sempre di più le piccole aziende a mettere fieno in cascina attraverso forme di finanziamento alternative al credito bancario e il ricorso ai minibond si conferma al primo posto, anche grazie alla crescita della platea di soggetti disponibili a sottoscrivere i prestiti: si tratta di investitori professionali, tipicamente banche, fondi di private debt e società di asset management ai quali si sono di recente aggiunti i portali di equity crowdfunding, sebbene solo per particolari tipologie di emissioni.

Il mercato dei minibond in Italia è nato nel 2013 ed è cresciuto in sordina tra alti e bassi. Solo negli ultimi anni ha mostrato vere potenzialità di sviluppo, anche se una delle criticità è legata proprio alla difficoltà nell’attrarre alcune tipologie di investitori professionali, in particolare stranieri, che per loro natura considerano livelli minimi di investimento molto al di sopra del livello medio dei minibond italiani (poco superiore a 4 milioni).

Il ruolo dei basket bond

Per ovviare a questo problema, sono stati introdotti i “basket bond”. Nella pratica, alcune imprese si accordano per organizzare delle emissioni sincronizzate rispetto alle scadenze, le quali vengono sottoscritte interamente da un veicolo di nuova costituzione, che si finanzia a sua volta sul mercato con una particolare operazione che ha come sottostante i singoli crediti. In questo modo, gli investitori finali acquistano titoli che fanno capo a un “paniere” diversificato, che però riesce a raggiungere una massa critica consistente.

Grazie all’Osservatorio sui minibond del Polimi è possibile ricostruire i programmi di emissioni congiunte (nonché estensioni di programmi precedenti) che nell’ultimo anno sono stati promossi con il supporto di istituzioni pubbliche nazionali e locali.

Nei primi mesi del 2022 è stata realizzata la nuova emissione Viveracqua Hydrobond (progetto partito già dal 2014 e ideato da Banca Finint) che consentirà investimenti di circa 350 milioni di euro nei prossimi quattro anni per sostenere l’ammodernamento e l’efficientamento della rete idrica del Veneto.

In Campania, il progetto Garanzia Campania Bond ha raggiunto in due anni 65 emittenti con un volume di risorse mobilitate pari a 144,1 milioni. In questo caso l’investitore principale è la Cassa depositi e prestiti affiancata da Mediocredito Centrale. Banca Finint è l’arranger dell’operazione mentre il garante è la finanziaria regionale Sviluppo Campania. A inizio 2022 sono state perfezionate le ultime tranche e proprio in questi giorni sta per partire la raccolta delle candidature per la seconda edizione del progetto.

Sempre Cassa ha sostenuto insieme a Puglia Sviluppo il progetto Basket bond Puglia nel quale sono state coinvolte 21 emittenti con un volume di risorse mobilitate pari a 87,2 milioni. I coinvestitori sono Mediocredito Centrale e Unicredit.

Il Basket bond di filiera è invece il programma da 200 milioni lanciato da Unicredit e Cdp a marzo 2021 e che grazie alla terza emissione perfezionata nel 2022 arriva a sostenere con 67 milioni erogati un gruppo di 12 imprese: otto del settore vitivinicolo e quattro della produzione cinematografica.

Bper Banca e Cdp hanno promosso un programma di basket bond da 250 milioni finalizzato a sostenere i piani di investimento e crescita delle PMI italiane; le prime emissioni sono state condotte nel 2022 e prevedono la garanzia parziale del Fondo europeo per gli investimenti.

Sempre Cdp, questa volta con Banca Sella e Mediocredito Centrale, partecipa al basket destinato a supportare la crescita delle PMI clienti del gruppo Sella. Il capitale erogato a cinque emittenti ammonta a 49,5 milioni. Infine, fra le nuove iniziative c’è Basket bond Italia, un programma da150 milioni strutturato da Banca Finint, anche in questo caso con Cdp e Mediocredito Centrale nel ruolo di sottoscrittori; la prima tranche interessa nove aziende, per un controvalore complessivo di 47,5 milioni.