Finanza e Risparmio

Il debito italiano per ora è sostenibile

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di Aleksandra Georgieva

Con la decisione della Bce di acquistare meno titoli di Stato, i rischi per la sostenibilità del debito pubblico italiano aumentano. Con Maurizio Mazziero, fondatore di Mazziero Research, abbiamo fatto il punto sulle prospettive del mercato obbligazionario alla vigilia del piano di Quantitative tightening, ovvero la riduzione degli acquisti di titoli di Stato e obbligazioni corporate da parte della Bce.

Il debito pubblico italiano è sostenibile a questo punto?

In questo momento il debito italiano è sostenibile: considerando le condizioni generali, non abbiamo avuto fino a ora alcun impatto. Dopo due anni di pandemia, il debito italiano è cresciuto tanto ed è vicino ai 2.750 miliardi di euro. Tuttavia, viene visto in calo in base al rapporto tra debito/Pil: dovremmo portarci dal 150% del 2021 al 145% nel 2022, per poi scendere leggermente nel 2023, stando alle previsioni del governo. L’Italia è cresciuta molto nel 2022 (tra il 3,8 e il 4%), il rapporto debito/Pil vede una dinamica ancora favorevole. Più critica sarà la situazione quest’anno. C’è un elemento che gioca a sfavore: la continua crescita della spesa pubblica, alimentata dalla spesa per le pensioni e anche da quella per interessi.

Qualora la copertura della Bce di titoli Stato italiani dovesse diminuire significativamente, cosa accadrà al mercato obbligazionario?

Finora gli investitori erano confortati dal fatto che ci fosse la Bce che continuava ad acquistare titoli di Stato. Che Francoforte ora riduca questi acquisti o li fermi del tutto, farà mancare una fonte importante di domanda. Domanda che comunque è già diminuita negli ultimi sei mesi: gli acquisti relativi al Pepp (il programma di acquisto per l’emergenza pandemica, ndr) sono stati di circa 7,7 miliardi, mentre quelli relativi al quantitative easing sono calati di 2,2 miliardi. Quindi, in totale, negli ultimi sei mesi la Bce ha aggiunto circa 5 miliardi che non è tantissimo, possono essere assorbiti dal mercato. Il quale, anche in sintonia con il ciclo di rialzo dei tassi da parte della Bce, farà sì che aumenteranno i rendimenti: tendenzialmente potrebbe succedere che salgano più che in altri Paesi, e di conseguenza che torni ad allargarsi lo spread.

Visto che la Bce non comprerà più BTp, e sarà più difficile che qualcuno sottoscriva le nuove emissioni, è possibile immaginare una patrimoniale per ridurre il debito pubblico?

A mio modo di vedere è uno scenario irrealizzabile. Non è possibile. Per il semplice motivo che noi veniamo da anni in cui l’economia non solo italiana, ma mondiale, ha avuto dei contraccolpi notevoli. Abbiamo uno scenario di rallentamento economico generalizzato, in qualche modo ascrivibile al conflitto russo-ucraino. Tutto ciò ha richiesto allo stato delle azioni a sostegno delle famiglie e delle imprese, a cominciare dal caro-energia. In questo scenario andare ad applicare una patrimoniale sarebbe un percorso molto stretto, anche perché si possono applicare delle patrimoniali che vengono in qualche modo mascherate.