Inchieste

Caro gas: le contromisure tardive e parziali di Bruxelles

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di Tommaso Mattei

Troppe parole dalla Ue, tanto tempo perso e pochi interventi mirati: così il lockdown energetico ha bloccato famiglie e imprese. Solo adesso, in zona cesarini, Bruxelles prova a porre rimedio.

Pochi giorni fa sono arrivate le proposte del nuovo regolamento di emergenza presentato dalla Commissione Ue, con una serie di misure per far fronte ai prezzi elevati dell’energia e migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento. E prepararsi all’inverno.

Il primo punto riguarda il famoso tetto al prezzo del gas. L’idea è quella di prevedere un limite di prezzo “temporaneo” e “dinamico” che si applicherebbe alle transazioni al TTF, il principale mercato di scambio del gas in Europa. Ciò per “controllare” il costo del gas nelle quotazioni dopo gli aumenti incontrollabili degli ultimi mesi: in agosto è arrivato al record 339 euro per megawattora, con conseguente impennata delle bollette, prima di iniziare una costante tendenza al ribasso (oggi viaggia intorno ai 100 euro). Questo price cap non sarebbe permanente, e si attiverebbe solo quando le quotazioni al TFF eccedessero una determinata soglia. Peccato, però, che questo limite non sia stato specificato dalla bozza della Commissione.

Inoltre Bruxelles ha previsto un massimale separato per frenare i picchi dei derivati energetici, cioè le attività finanziarie che le aziende utilizzano per garantire in anticipo l’approvvigionamento energetico. Anche qui, chi controllerà e chi stabilirà quali saranno i picchi? Tra le altre cose nella bozza della commissione manca anche un tetto per il gas utilizzato per produrre elettricità. Per chi non lo sapesse, infatti, il gas determina il prezzo finale dell’elettricità.  Servirà a qualcosa, alla luce di queste incertezze? Soprattutto verrà accettato da tutti i Paesi? La proposta sta trovando la resistenza dei Paesi del nord, Olanda e Germania in testa, con l’Italia e la Francia che, invece, si sono dette subito favorevoli.

La seconda misura per frenare il caro energia mira a sviluppare un mercato di scambio alternativo al TTF. Questo sarebbe esclusivamente dedicato al trading di gas naturale liquefatto.

Altro tema: quello degli acquisti comuni e degli accordi solidali. La Commissione ha suggerito uno schema di acquisti congiunti che consenta agli Stati europei di contrattare gas come un unico cliente e di utilizzare il loro potere d’acquisto collettivo per abbassare i prezzi. Parallelamente si vuole incentivare tra i Paesi membri i cosiddetti accordi di solidarietà: garantire flussi di gas attraverso i confini europei quando le forniture scarseggeranno, e non lasciare nessuno a secco. Ma finora ne sono stati firmati solo sei su 40 possibili.

Per l’Italia tocca, adesso, al nuovo governo. Il nuovo premier, insieme ai suoi uomini dell’energia, dovrà cercare il miglior slalom fra i paletti proposti dall’Europa cercando di trovare il giusto equilibrio con gli altri stati. Non sarà facile. Ma mettere un freno ai rincari del gas a breve termine è indispensabile, a prescindere dai mezzi, per evitare pesanti conseguenze per le imprese e per le famiglie italiane. E per giocare al gioco europeo ottenendo risultati sarà indispensabile tessere alleanze.