Inchieste

Balneari: l’Europa non fa più sconti

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di Lorenzo Consoli

Il nuovo rinvio della messa a gara delle concessioni balneari in Italia costituisce «uno sviluppo inquietante» per la Commissione europea.

«E sappiamo bene che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decreto Milleproroghe con un’osservazione sul profilo dell’incompatibilità di questo provvedimento con il diritto europeo» ha detto la portavoce per il Mercato unico della Commissione, Sonya Gospodinova. Che ricorda come sulle concessioni balneari «è in corso una procedura d’infrazione avviata nel dicembre 2020» contro l’Italia, «e l’ultimo sviluppo era stata la revisione della legge sulla concorrenza da parte del governo Draghi, un passo nella giusta direzione».

La posizione di Bruxelles è chiara: se l’Italia mantiene la sua posizione e si va al muro contro muro, è probabile che la controversia finisca con un nuovo ricorso della Commissione in Corte europea di Giustizia, per inadempimento della sentenza con cui la stessa Corte aveva condannato l’Italia nel luglio 2016 per la proroga automatica, senza gara, delle concessioni balneari in essere.

Il nuovo ricorso della Commissione per omessa esecuzione di quella sentenza sarebbe accompagnato dalla richiesta di pesanti sanzioni pecuniarie, proporzionali al periodo di permanenza nello stato d’infrazione. Per ora non esiste una cifra definitiva, ma ci sono precedenti che possono dare un’idea: nel trattamento dei rifiuti, le multe giornaliere da 120mila euro che il Paese sta pagando dal luglio 2015 per le cosiddette “ecoballe” in Campania (dopo aver versato un forfait di 20 milioni); e le multe inflitte nel dicembre 2014 per le discariche non a norma, con il pagamento di una somma forfettaria di 40 milioni, più penalità semestrali di 42,8 milioni che si stanno riducendo man mano che le discariche illegali vengono chiuse.

Non ha invece fondamento, ribadiscono fonti comunitarie, il timore paventato nei giorni scorsi in diversi articoli di stampa italiani che la controversia sui balneari possa avere un impatto sul PNRR: il pagamento della terza tranche da 19 miliardi è stato sì rimandato dalla Commissione di un mese (fine marzo), ma per questioni che non riguardano questo settore: c’è effettivamente un problema su obiettivi delle concessioni relative a porti, stazioni di ricarica dei veicoli elettrici, autostrade, centrali idroelettriche e connessioni ultrarapide del 5G.

L’Europa sul fronte balneari non fa sconti: il 26 gennaio e il 15 febbraio la Commissione ha messo in mora rispettivamente il Portogallo (che, pur avendo messo a gara le concessioni aveva previsto vantaggi per i vecchi titolari) e la Spagna (che intendeva prolungare per 75 anni le concessioni esistenti).