Inchieste

Quella sigla ancora sconosciuta

Scritto il

di Paola Stringa

L’Italia mostra un livello di sostenibilità inferiore alla media europea a causa delle cattive performance sociali, mentre evidenzia buoni livelli in termini di sostenibilità ambientale. Nell’indice di sostenibilità generale il nostro Paese occupa la 15ma posizione su 29 nazioni.

Eppure il report di Sec Newgate su diversi Paesi, mostra come 2 consumatori italiani su 3 siano preoccupati che le imprese da cui acquistano prodotti o servizi siano orientate verso gli obiettivi Esg, pur se tra gli italiani la consapevolezza è più bassa della media. Sempre più cittadini chiedono ai business di generare cambiamenti positivi e affrontare questioni di interesse collettivo.

«A livello di consapevolezza – spiega l’ad Paola Ambrosino – in Italia c’è ancora molto da fare.

La conoscenza del termine Esg nel Paese è significativamente inferiore rispetto al totale globale. Solo un partecipante su dieci (11%) ha dichiarato di avere una buona conoscenza del termine rispetto al 15% a livello globale.

Anche la conoscenza del termine “Net Zero” è risultata più bassa in Italia, ma nonostante ciò, gli italiani hanno valutato il loro interesse più alto rispetto ad altri Paesi. Questo deve incoraggiare le imprese a impegnarsi di più, a comunicare in modo più trasparente e a costruire un approccio coerente nel riportare la proprie performance e i media a valorizzare maggiormente le best practice che possono fare scuola».

Anche secondo il Primo Rapporto di Esg Culture LAB, l’Osservatorio sul valore del capitale umano nella trasformazione sostenibile, creato da Eikon Strategic Consulting Italia, in collaborazione con il Gruppo Adnkronos, emerge una prospettiva positiva e proattiva degli italiani verso la transizione, soprattutto sul livello di coinvolgimento nella sfera personale (75%).

Stessa tendenza positiva si registra nella vita professionale (58%) e nel livello di coinvolgimento attribuito alle aziende (62%) nel perseguire gli obiettivi Esg.  Anche sul fronte delle Istituzioni i dati fanno ben sperare: il 53% le giudica impegnate o focalizzate nel raggiungimento degli obiettivi ESG, più nell’area ambientale che in quella sociale. Siamo sulla rotta giusta, ma risulta ancora un margine di incertezza e sfiducia da parte delle fasce più giovani (under 40), che chiedono ad istituzioni e aziende un maggior coinvolgimento nella realizzazione degli SDGs 2030.