Inchieste

In Calabria aziende e rinnovabili bloccate dalla burocrazia

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di Laura Siviero

La corsa a ostacoli della burocrazia italiana obbliga le aziende a cambiare piani, a spostarsi di Comune in Comune, quando non a lasciare il Paese, alla ricerca di un’amministrazione più agile, dove sviluppare il proprio business. È il caso di PowerSafe, un’azienda che oggi si trova dall’altra parte della barricata, in quella di coloro che sul “caro energia” potrebbero costruire la loro fortuna.

La storia di PowerSafe

Un pool di ingegneri nato nel 2011 come studio tecnico nel piccolo paese di Limbadi, in Calabria, per la progettazione di sistemi di risparmio energetico. Nel 2013 si trasformano in azienda e oggi contano undici dipendenti con l’obiettivo di chiudere l’anno a quattro milioni di fatturato.

«Appena costituiti, ci appoggiavamo a un’azienda per la realizzazione dei progetti», spiega Pantaleone Lacquaniti, uno dei fondatori. «Due anni dopo abbiamo fatto il salto e aperto la PowerSafe».

Operiamo per privati, aziende e pubblica amministrazione, ora saremmo in grado di crescere, è il nostro momento, ma la burocrazia ci blocca.

Nel 2016 hanno fatto richiesta al Comune di Limbadi di costruire un capannone nella zona industriale. «Avevamo alcuni progetti da realizzare, tra cui una linea di produzione di impianti fotovoltaici e pannelli solari termici e passare dal mondo dei servizi al mondo dell’industria.

Come la burocrazia blocca la crescita

Dal 2016 l’assegnazione è avvenuta nel 2019, un anno se n’è andato solo per richiedere il certificato antimafia, necessario, anche se noi siamo nella white list».

Finalmente, arrivata l’assegnazione, preparano l’atto e presentano il progetto all’Ufficio tecnico, ma il funzionario comunale nel frattempo era cambiato e il nuovo tecnico spiega che il Comune di Limbadi non potrà rilasciare il permesso di costruire, perché il Comune stesso avrebbe dovuto presentare la VAS (Valutazione Ambientale Strategica) alla Regione Calabria, che non ha mai presentato, scartoffia necessaria ai Comuni per rilasciare le licenze edilizie per le aziende.

«A oggi non è ancora successo nulla, nonostante le nostre ripetute richieste. Così stiamo spostando il progetto a Vibo Marina. La burocrazia ci impedisce di crescere, vorremmo assumere due ingegneri ma non abbiamo gli spazi. Inoltre, sono usciti gli incentivi proprio per questa produzione e non potremo accedervi perché è necessario avere un capannone per partecipare».