Inchieste

IRES soft e IRAP verso l’addio

Scritto il

di Veronica Schiavone

Nuova IRES a due aliquote, razionalizzazione delle aliquote IVA e graduale superamento dell’IRAP. Sono queste le tre novità principali di interesse per il mondo produttivo contenute nella delega fiscale.

IRAP a due aliquote

Partiamo dall’IRES, l’imposta sul reddito delle società. Oltre all’aliquota del 24% viene prevista un’aliquota ridotta al 15% per la quota di reddito destinata dalle imprese a realizzare investimenti qualificati e/o a creare nuova occupazione. In pratica, chi assume e acquista beni strumentali innovativi e qualificati viene premiato con una tassazione più leggera. Accanto a questa misura dal 1° gennaio 2024 entrerà in vigore la global minimum tax, ossia l’imposta globale minima per le multinazionali pari al 15%. Una novità che risponde all’esigenza di introdurre una nuova Ires in linea con il contesto internazionale con l’obiettivo di rendere il nostro sistema fiscale maggiormente attrattivo per le grandi imprese stabilite in Italia, favorendone la capitalizzazione.

IVA a zero

Sull’IVA, la delega punta a razionalizzare le aliquote con la possibilità di arrivare a fissare una “aliquota zero” per determinate categorie di beni. Le quattro aliquote oggi esistenti (4, 5, 10 e 22%) saranno ridotte “per omogenizzare i trattamenti tributari con riferimento a diverse tipologie di beni”, come ha spiegato il viceministro Maurizio Leo. Il settore alimentare, per esempio, è quello che oggi presenta la maggiore eterogeneità delle aliquote, con prelievi del 4% per latte, frutta e formaggi, del 10 % per la carne e il pesce e del 22% per le bottiglie d’acqua. La razionalizzazione delle aliquote e l’eventuale esenzione di alcune operazioni saranno portate avanti all’interno del perimetro di criteri disegnato dall’Unione europea.

IRAP verso l’abolizione

E infine l’IRAP. La delega fiscale promette il graduale superamento dell’imposta regionale sulle attività produttive soprattutto per le società di persone, gli studi associati e le società tra professionisti.

L’IRAP però non scomparirà del tutto ma sarà sostituita da una sovraimposta IRES (da applicare quindi non sul reddito imponibile ma sull’imposta lorda) necessaria a garantire i livelli di finanziamento della spesa sanitaria da parte delle regioni che oggi incassano dall’Irap circa 17 miliardi l’anno e non potrebbero rimanere a secco di risorse, soprattutto quelle con i conti in rosso e sottoposte a piani di rientro che potranno continuare ad applicare aliquote Irap maggiori di quelle minime come avviene oggi.

Non pagando l’IRES, sulla cui base imponibile la nuova IRAP verrà determinata, saranno totalmente esentate dalla nuova IRAP società di persone, studi associati e società tra professionisti. Secondo i dati del MEF, si tratterebbe di una platea di 665mila società. Per le altre società invece la nuova IRAP gonfierà il conto dell’IRES anche se nelle intenzioni del governo questo aggravio dovrebbe essere compensato dall’aliquota ridotta (15%) prevista per le imprese che realizzano investimenti e creano nuova occupazione. In ogni caso, promette il ddl delega, gli interventi normativi sull’IRAP non dovranno generare “aggravi di alcun tipo sui redditi di lavoro dipendente e di pensione”.