Inchieste

Riforma del Fisco: dubbi e aperture delle aziende

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di Giorgio Costa

Le imprese approvano (con riserva) le nuove regole sulla fiscalità, il mondo della proprietà immobiliare plaude all’estensione della cedolare secca al non abitativo, i professionisti vedono finalmente accolte parte delle loro richieste in tema di riordino complessivo del sistema tributario.

«Ci aspettiamo innanzitutto una riforma organica, perché se si parla solo di rimodulazione di alcune aliquote non è questa la strada». Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha ribadito le richieste del settore imprenditoriale in materia fiscale. Per Confindustria la priorità è «un fisco di impresa per la crescita». Di conseguenza, gli sconti fiscali per le nuove assunzioni sono mosse di un esecutivo che sta «sbagliando strada». Per le assunzioni, ha sottolineato Bonomi, «ci sono i contributi, il fisco di impresa deve servire come leva di competitività e quindi favorire investimenti e capitalizzazione, cioè crescita».

Più possibilista la Confartigianato. «Le anticipazioni sulla riforma fiscale che il Governo sta mettendo a punto sembrano confermare che siamo sulla strada giusta per una revisione organica e strutturale del nostro sistema tributario, che coniuga anche richieste da tempo avanzate da Confartigianato. Oggi ci sono tutte le premesse per costruire un fisco nuovo che, dopo l’unica e autentica riforma dei primi anni ’70, è stato oggetto soltanto di interventi sporadici che l’hanno reso una incomprensibile torre di Babele»: lo sottolinea il presidente Marco Granelli, secondo il quale «il nuovo rapporto fisco-contribuente deve essere improntato alla lealtà dei comportamenti, senza criminalizzazioni, e deve trovare un’amministrazione fiscale, oltre che preparata, aperta all’ascolto delle ragioni dei contribuenti, favorendo il contraddittorio prima dell’emanazione di un qualsiasi atto di accertamento». Il presidente di Confartigianato fa rilevare inoltre che la riforma «deve essere l’occasione per rivedere la tassazione del reddito d’impresa, omogeneizzando il trattamento dei redditi indipendentemente dalla natura giuridica dei soggetti e avvicinando il risultato civilistico a quello fiscale. Inoltre, va prevista nell’ambito dell’Irpef un’area di esenzione in misura uguale per tutti i contribuenti e devono essere superati i micro-tributi e semplificato il sistema anche attraverso la progressiva eliminazione dell’Irap”.

In campo anche i professionisti. Il Consiglio nazionale dei Commercialisti esprime «grande apprezzamento» per i contenuti delle bozze circolate in questi giorni della legge delega di riforma del sistema tributario. «Il testo al quale lavora il governo – afferma il presidente nazionale della professione, Elbano De Nuccio – può rappresentare un’occasione storica per il riordino complessivo della normativa tributaria del nostro Paese, a oltre cinquant’anni ormai dall’ultimo intervento organico in questo ambito». De Nuccio esprime apprezzamento anche per «lo spirito con cui sono state accolte molte delle proposte da noi avanzate in settimane di fattiva e costante interlocuzione con l’esecutivo e in particolare con il viceministro dell’Economia Maurizio Leo». Particolare plauso viene espresso dalla categoria alle annunciate misure, fra le altre, relative alla rimodulazione delle curva delle aliquote Irpef, alla razionalizzazione delle tax expenditures, al progressivo superamento dell’Irap, allo sfoltimento dei tributi minori, al riordino della disciplina Iva in ossequio alle disposizioni unionali, alla valorizzazione dello Statuto dei diritti del contribuente, alla semplificazione degli adempimenti tributari.

Non mancano le novità anche per il settore immobiliare. «Il disegno di legge delega impostato dal viceministro Leo va nella giusta direzione, rappresentando – spiega il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa –  un insieme organico di previsioni di riforma del sistema tributario italiano. Per quanto riguarda la proprietà immobiliare, apprezziamo in particolare il proposito di estendere alle locazioni non abitative, con gli indispensabili adattamenti, il regime della cedolare secca, la cui necessità si è da tempo trasformata in urgenza, unitamente a quella di completare la sottrazione ad imposta dei canoni non percepiti. Del pari importante consideriamo, inoltre, la presenza della tutela del bene casa e degli obiettivi di efficienza energetica e sicurezza del patrimonio edilizio tra i principii che informeranno il riordino di deduzioni, detrazioni e crediti d’imposta relativi all’Irpef. Quanto alla fiscalità locale – aggiunge Spaziani Testa – auspichiamo che la prevista riorganizzazione non metta in secondo piano l’obiettivo della riduzione del pesante carico di tassazione e di iniquità che da ormai dodici anni porta con sé la patrimoniale annuale sugli immobili denominata Imu e consenta altresì di correggere le molte distorsioni che caratterizzano il tributo sui rifiuti».