Inchieste

Sostenere industria 4.0 è l’arma decisiva delle imprese contro il caro energia

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di Mariarosaria Marchesano

Non c’è da farsi illusioni, la crisi energetica durerà in Europa almeno fino a quando i governi, compreso quello italiano di centro-destra appena uscito dalle urne, non troveranno con la Russia una soluzione che consenta di riprendere le importazioni di gas oppure avranno individuato fonti di approvvigionamento alternative in grado di soddisfare il fabbisogno. Intanto, cresce l’allarme per migliaia di imprese che rischiano di rallentare o addirittura stoppare la produzione per i prezzi alle stelle, ma “non tutte soffrono allo stesso modo”, come fa osservare Lucio Poma, capo economista di Nomisma.

Imprese (non) energivore VS imprese (non) efficienti

La differenza non sta tanto nella classificazione tra le energivore e le non energivore – dice Poma – quanto tra imprese che hanno intrapreso un percorso di efficientamento energetico e quelle che non lo hanno fatto. L’utilizzo o meno di una misura come Industria 4.0 rappresenta il vero spartiacque nel mondo produttivo.

Di certo, questo è il pensiero dell’economista, Italia e Germania sono state colpite in modo più violento dalla crisi energetica, con prezzi decuplicati rispetto al 2019, e i produttori di carta, ceramica, plastica, cemento e alluminio sono stati penalizzati rispetto alle altre categorie.

Ma il sistema manifatturiero italiano ha spalle robuste, come dimostrano sei trimestri di fila chiusi in positivo. Tante aziende possono contare su contratti di fornitura che sono ancora lontani dalle scadenze e, soprattutto, c’è chi ha avviato quella che senza esagerare potrei definire la quarta rivoluzione industriale. Molti operatori, infatti, hanno investito in componenti, sistemi e soluzioni intelligenti per la gestione, l’utilizzo efficiente e il monitoraggio dei consumi energetici e idrici e per la riduzione delle emissioni. Di fatto hanno accettato di modificare il modello di business con il risultato che oggi producono gli stessi beni di prima con costi inferiori e riescono a gestire meglio i rincari di gas e petrolio. Tutto questo grazie al fatto che il governo Draghi ha sostenuto l’ampliamento del raggio d’azione di Industria 4.0 e del suo meccanismo di iperammortamento.

Industria 4.0 contro la crisi energetica

Non solo innovazione tecnologica, dunque, Industria 4.0 si sta rivelando un’arma nelle mani delle aziende per contrastare la crisi energetica. Un’arma che costa anche relativamente poco rispetto ai benefici che produce. Quest’anno il ministero dello sviluppo economico guidato da Giancarlo Giorgetti ha stanziato circa 700 milioni di euro di cui 250 destinati alle regioni del centro-nord e 430 per quelle del Mezzogiorno e di queste risorse – garantite dal programma d’investimento europeo React-Eu e dai fondi di coesione – il 25 per cento è stato destinato a progetti proposti da piccole e micro imprese.

Se letta in chiave energetica, la trasformazione tecnologica delle imprese spinta da Industria 4.0 può essere una soluzione concreta, perciò è indispensabile che il nuovo governo non solo continui a sostenere la misura, ma a promuoverne una diffusione su più larga scala, parallelamente a tutte le azioni – diversificazioni delle fonti di approvvigionamento, tetto al prezzo del gas, nuovi impianti di estrazione e trasformazione e così via – che consentano al paese di smarcarsi dal gas russo raggiungendo i 70 miliardi di metri cubi all’anno che è il nostro fabbisogno.

Anche le aziende, però, devono fare uno sforzo “cambiando il modo di pensare e, di conseguenza, quello di produrre”, aggiunge l’economista fondatore dell’Osservatorio “Controvento”, che monitora le imprese che sanno rispondere in maniera particolarmente efficace alle crescenti sfide competitive e di mercato:

Sono 4600 realtà pari al 6,5 per cento del totale delle società di capitale manufatturiere: ebbene, quelle che hanno intrapreso i percorsi di cui sopra, nel 2022 non hanno semplicemente resistito all’ondata d’urto della crisi energetica ed inflazione ma sono cresciute e si sono ulteriormente rafforzate.