Tratto dall'edizione numero 4 del 30/09/2022

Una crisi con più colpevoli: le mire di Putin, il sonno europeo

di Paolo Della Sala

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Dietro la carestia energetica decisioni e omissioni stratificate nel tempo: Mosca con Gazprom ha costruito il suo impero, la Ue non si è accorta dei rischi per la sua dipendenza.

Per capire come si è arrivati alla carestia energetica e alla strumentalizzazione del gas per fini bellici da parte di Mosca, si deve partire da lontano. La rivista di geopolitica “Limes”, in un numero del 2009 intitolato “Eu-Russia, il nostro futuro?” già prediceva tutto: dalla pestilenza del gas alla guerra in Ucraina, la Cina sostituto della Ue nell’acquisto di gas russo, il risiko delle sanzioni e delle ritorsioni con la chiusura dei metanodotti. Un simbolo del problema è la “Porta dell’inferno” un cratere provocato da tecnici sovietici in Turkmenistan, che brucia da oltre 50 anni. Gazprom ha fatto di peggio, bruciando milioni di dollari di gas ai confini con la Finlandia pur di non venderlo a chi ha cercato riparo nella Nato.