Innovazione

Il composto bio che ripara le falle idriche senza scavi

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di Barbara Millucci

Chiudete i rubinetti! In Italia la dispersione idrica supera il 40%. Un piano idrico nazionale, su cui il Gverno lavora, è necessario così come la riparazione delle condutture delle nostre città, un vero colabrodo. La tecnologia è una delle soluzioni.

Dopo la terribile siccità dell’estate scorsa, gli addetti ai lavori chiedono interventi immediati considerando che il PNR ha destinato 900 milioni per progetti volti a potenziare la rete di distribuzione idrica, con l’obiettivo di ridurre le perdite e aumentarne l’efficienza.

Nicola Ruggiero, ingegnere napoletano di 53 anni, già AD del Gruppo Qualta Informatica, con la start up Pipecare (oltre un milione di fatturato) ha messo a punto la tecnologia Talr (Trenchless, Automated, Leakage e Repair). In pratica il sistema consente di riparare le falle delle reti pubbliche senza dover scavare.

La tecnologia, con tanto di brevetto, si basa sull’utilizzo di un composto a base vegetale-alimentare che sigilla tutti i punti di perdita lungo la tubazione. Il composto viene inserito ed estratto attraverso idranti, bocchette antincendio ed attraversa i tubi spinto dalla pressione dell’acqua. La startup collabora con A2A, ACEA, Hera e, a Brescia, ha riammodernato l’intero acquedotto, con una consistente riduzione delle perdite.

L’Italia nell’Ue è il Paese che consuma più acqua potabile in termini di litri al giorno pro capite. Solo il Sud spreca la metà dell’acqua potabile disponibile. Questa sarà un’estate ancor più torrida della scorsa e l’Italia non può più permettersi di avere un quarto delle reti vecchie di oltre 50 anni ed il 60% che superano i 30 anni.