In Siria una catastrofe che aggrava cento crisi
Paese già in ginocchio dopo 12 anni di guerra e di sanzioni, dopo covid e colera. Le case crollate erano senza luce e acqua. Ombre sui soccorsi diretti solo nelle zone non controllate dal regime di Damasco.
Erano le quattro del mattino quando le case hanno iniziato a crollare sulle teste dei loro abitanti addormentati la notte del 6 febbraio, sia in Turchia sia in Siria. Mio padre, che vive nell’antica cittadella costiera siriana Jableh – piena di costruzioni abusive – si è trattenuto in casa aspettando il momento buono per fuggire all’aperto, con la sua auto, lontano dai centri abitati, per portare in salvo la sua famiglia. Un’attesa alla fine durata ore, intrappolati in quell’auto in balia delle scosse di terremoto e della tempesta polare che stava investendo la zona nello stesso momento.
Il Settimanale è il giornale economico politico di PMI.it dalla parte delle imprese. Lo trovi in edicola e online. Per continuare la lettura di questo articolo abbonati subito. Se sei già abbonato, esegui il login.
Se vuoi continuare a ricevere gli aggiornamenti gratuiti de Il Settimanale inserisci la mail nel box qui sotto
Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni
relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi
dell'informativa sulla privacy.
Abbiamo ricevuto la tua richiesta di iscrizione. Se è la prima volta che ti registri ai nostri
servizi, conferma la tua iscrizione facendo clic sul link ricevuto via posta
elettronica.
Se vuoi ricevere informazioni personalizzate compila anche i seguenti campi opzionali.
Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni
relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi
dell'informativa sulla privacy.