La Settimana Politica

Alle bollette 40 miliardi: prima grana per la Meloni

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di Tommaso Mattei

Quaranta miliardi. È la cifra che il governo deve trovare per far fronte al caro energia. Tanti soldi. Troppi, per alcuni. Dopo gli annunci in campagna elettorale l’Esecutivo adesso deve mettere mano al portafoglio per aiutare cittadini e imprese a pagare le bollette di luce e gas. Nelle stanze che contano c’è una speranza. Quella di riuscire ad affrontare l’emergenza con 20 miliardi. In ogni caso, che siano 20 o 40, sul piatto questi soldi dovranno arrivare. Ma come?

Partiamo dalle certezze. Per il Governo guidato da Giorgia Meloni sono disponibili i primi 10 miliardi, derivanti dall’extra-gettito lasciato in eredità da Draghi per effetto delle maggiori entrate Iva. Il resto, ovvero ciò che manca per arrivare quantomeno a 20 miliardi, va trovato. E c’è poca trippa per gatti. Senza contare che i tempi sono strettissimi. Il 18 novembre finirà lo sconto sui carburanti che ha un costo di un miliardo al mese. Il 30 novembre termineranno le agevolazioni alle imprese: servono cinque miliardi al mese. Il 31 dicembre si esauriranno i bonus per le bollette e, se non verranno prolungati, la stangata sarà pesantissima.

La premier, nelle scorse ore, ha visto a Palazzo Chigi il ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti, il collega alle Infrastrutture Matteo Salvini, il ministro degli Esteri Antonio Tajani e quello agli Affari Ue Raffele Fitto, per un punto sulla manovra. L’idea sulle bollette sarebbe quella di dare vita ad una sorta di Aiuti-quater, visti i tre precedenti interventi dell’Esecutivo Draghi che hanno movimentato 61,2 miliardi.

Dietro a questo intervento si celano, però, tanti punti interrogativi. Primo su tutti, l’incertezza che questo quarto decreto possa non bastare per proteggere le famiglie e le imprese dal rialzo delle bollette (l’ultimo, pur limitato al 5%, in novembre) che si sta studiando dove poter trovare nuovi fondi per intervenire in maniera tempestiva ed evitare il collasso di tante aziende e famiglie.

Una delle prime soluzioni al vaglio del nuovo Governo è quella di dire addio al bonus 110%. Non c’è nulla di ufficiale ma le notizie che filtrano dagli uffici in cui le decisioni vengono prese sembrano andare in questa direzione.

La partita decisiva per capire dove e come verranno trovati questi soldi si giocherà nella legge di bilancio. Il conto complessivo, come detto, potrebbe alla fine salire fino a circa 40 miliardi, con possibili entrate dalla modifica della norma sugli extraprofitti o, appunto, dalla revisione del superbonus.

C’è poi una voglia mai nascosta. Quella della rivisitazione del reddito di cittadinanza dalla quale si potrebbero recuperare tanti, tanti soldi. Al momento, però, la strada è dura, molto dura, a dispetto dei proclami. Provare a tagliare la platea di percettori del reddito di cittadinanza rischia di rivelarsi una vera e propria bomba sociale.

Ancora, il capitolo Naspi. Ovvero l’indennità mensile di disoccupazione. I cittadini che percepiscono il sussidio sono in totale 3,4 milioni, nel 2021 è costato 13 miliardi. L’idea del Governo è quella di dimezzare coloro che ottengono il Naspi così da recuperare una grossa cifra per le bollette.

Le altre strade? Una proposta riguarda la creazione di una nuova web green tax su chi fa consegne di e-commerce con veicoli inquinanti. Inoltre potrebbero esserci circa 4 miliardi di fondi di coesione che l’Ue ha autorizzato ad usare per l’emergenza energia.

In questo enorme cantiere si lavora anche alla proroga fino a fine anno del credito di imposta per le imprese energivore e lo sconto benzina. Sul tavolo del Governo anche l’ipotesi di nuovi aiuti per alcune fasce di reddito oltre ad una moratoria di 6 mesi per chi non riesce a pagare le bollette. Tra le altre scelte che l’Esecutivo potrebbe fare per aumentare le entrate c’è quella di alzare il prezzo del tabacco tradizionale, cioè delle sigarette, che viene in gran parte importato dall’estero. La filiera del tabacco riscaldato, usato in appositi modelli di sigarette, si trova invece in Italia, quindi non dovrebbe essere toccata da un eventuale aumento delle imposte.

Sperando che non sia tutto fumo negli occhi.