Tratto dall'edizione numero 2 del 16/09/2022

Presidente, c’è un tema, meglio un’emergenza, che sta dominando la campagna elettorale da un lato ma dall’altro, quello della realtà, sta mettendo in ginocchio famiglie e imprese: è il caro energia. Ricette miracolose non ci sono, ma a breve cosa si deve fare per scongiurare l’Apocalisse?
«È un tema non solo importante, ma assolutamente urgente. Bisogna intervenire subito, a prescindere dalla campagna elettorale. Il rischio è che si inneschi una spirale pericolosissima, fatta di inflazione, recessione, disoccupazione. Insomma, la tempesta perfetta. Aziende costrette a chiudere, famiglie non più in grado di fare la spesa e al tempo stesso di pagare le bollette. Per questo è fondamentale intervenire, se possibile evitando un nuovo scostamento di bilancio. A questo scopo ho provato a indicare una strada, fra quelle possibili: costituire un fondo, finanziato dal sistema bancario e garantito e remunerato dallo Stato al quale possano attingere le aziende distributrici di energia, a tasso zero o quasi, a patto di impegnarsi a non trasferire gli aumenti in bolletta e a mantenere un prezzo per gli utenti pari o poco superiore a quello pre-crisi. I capitali sarebbero da restituire senza oneri in un tempo molto lungo, dieci o quindici anni. L’impatto sui conti pubblici sarebbe molto limitato e credo sostenibile con le risorse esistenti».