La Settimana Politica

Dopo il rush sulla manovra via all’operazione Fisco

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di Giorgio Costa

Dall’obbligo dei Pos allo smart working, dal reddito di cittadinanza sempre meno ricco alla (parziale) rivalutazioni delle pensioni passando dalle misure contro il caro energia (21 miliardi di euro su 35 miliardi in totale) che fanno la parte del leone.  La manovra messa a punto dal governo guidato da Giorgia Meloni diventa realtà tra polemiche e tempi stretti che ne hanno reso travagliato il cammino.

Ma andiamo con ordine, ricordando le principali misure messe in atto dal governo. Dopo settimane di polemiche e cambiamenti in corso d’opera, nulla di fatto per la norma che prevedeva la possibilità per i commercianti di rifiutare i pagamenti digitali inferiori a 60 euro senza incorrere in sanzioni. Per mitigare i costi delle commissioni a carico degli esercenti minori viene istituito un tavolo permanente e, in caso di mancata soluzione, scatta un “contributo straordinario” per contenere l’incidenza dei costi. Per il Superbonus  c’è la proroga al 31 dicembre 2022 dei termini entro cui i condomìni che intendono usufruire della misura piena del 110% possono presentare la Cilas; è però necessario che l’assemblea condominiale abbia approvato l’esecuzione degli interventi entro lo scorso 18 novembre. Per quanto riguarda lo smart working fino al 31 marzo 2023 è prorogato anche il regime di vantaggio per i lavoratori fragili, sia nel settore pubblico che in quello privato.

Stretta sul reddito di cittadinanza: nel 2023, a chi è considerato “occupabile” il reddito verrà corrisposto per 7 mensilità. Gli stessi soggetti dovranno prendere parte a corsi di formazione o riqualificazione personale per sei mesi, pena la decadenza dal reddito stesso e dovranno accettare qualsiasi offerta di lavoro. Relativamente alle pensioni, oltre alle rivalutazioni parziali e legate al livello dell’importo erogato, resta confermata  Opzione Donna. Per quel che riguarda i mutui casa, diventa possibile rinegoziare il mutuo passando dal tasso variabile al tasso fisso, ma solo su mutui fino a 200mila euro, con Isee non superiore a 35mila euro e senza ritardi nei pagamenti e sul fronte fiscale slitta al 31 marzo lo stralcio automatico delle cartelle fino a mille euro relative al periodo 2000-2015. Escluse dalla cancellazione automatica le sanzioni amministrative, comprese le multe. I Comuni possono decidere di non applicare la norma.

Il congedo parentale sale dal 30 all’80% e potranno beneficiarne anche i padri. Aumenta l’assegno familiare per i nuclei con quattro o più figli.  L’agevolazione a tutela della salute (bonus psicologo) mentale diventa permanente e sale da 600 a 1.500 euro, con tetto Isee a 50mila euro. Per i giovani arriva la Carta della Cultura Giovani, assegnata se si appartiene a un nucleo con Isee fino a 35mila euro, e la Carta del Merito a chi si è diplomato con 100 centesimi: valgono 500 euro ciascuna e sono cumulabili. Infine, sul fronte fiscale,  confermato l’esonero contributivo del 2% per i redditi fino a 35mila euro. Il taglio del cuneo fiscale sale invece al 3% per redditi più bassi fino a 25mila euro. Tassati al 5% i premi di produttività fino a 3mila euro. Infine, viene incrementata a 85mila euro la soglia per l’accesso/permanenza al regime forfettario (tassazione15%). E proprio il Fisco sarà uno dei primi impegni del nuovo anno: il governo inizierà a lavorare al cantiere della delega fiscale.