La Settimana Politica

Ecco la squadra di governo (o quasi)

Scritto il

di Pasquale Napolitano

Il parto è travagliato. Ma alla fine la mamma d’Italia dà alla luce il suo Governo. Giorgia Meloni, dopo un lungo braccio di ferro con il cavaliere Silvio Berlusconi, chiude l’incastro sulla squadra dei ministri. Ultimi ritocchi per deleghe minori: Affari regionali, Sud, Turismo.

Ma l’ossatura del primo esecutivo a guida Fratelli d’Italia è scolpita. Per la casella, cruciale, di sottosegretario alla presidenza del Consiglio è stato scelto il suo braccio destro: Giovanbattista Fazzolari, l’ideologo dell’ascesa meloniana. Con Giorgia dai tempi del ministero della Gioventù è pronto ad assumere il timone di Palazzo Chigi. All’Interno si accomoda Matteo Piantedosi: un profilo a metà strada tra il politico e il tecnico e tra Fratelli d’Italia e Lega. Ex capo di gabinetto al Viminale ai tempi del Capitano Salvini, Piantedosi è la prima scelta di Meloni.

Al ministero dell’Economia, dopo ave sfogliato la rosa dei tecnici, ecco che spunta Giancarlo Giorgetti. Il numero due della Lega guiderà il ministero dell’Economia forse nella fase più difficile per l’Italia. È un politico in un esecutivo politico. Qualche timore da parte del leghista, poi l’offerta di Meloni è stata accettata. Alla Difesa ci va un fedelissimo di Giorgia Meloni: Adolfo Urso, il capo del Copasir, l’uomo degli americani. L’ex colonnello di Gianfranco Fini in questi anni ha curato le relazioni per conto di Meloni a Washington. Guido Crosetto, altro consigliere della capa di FdI, assume il timone del Ministero dello Sviluppo economico. Casella di peso e strategica per Fratelli d’Italia che ha fatto il pieno di voti nel nord produttivista.

Partita chiusa per Raffaele Fitto agli affari Europei. Il ministero della Giustizia è stato il cuore dello scontro tra Forza Italia e il premier in pectore. Alla fine la scelta ricadrà sull’ex magistrato (Quirinale permettendo) Carlo Nordio, oggi deputato di Fratelli d’Italia. Silvio Berlusconi vuole Elisabetta Casellati. Alla fine il nodo dovrebbe essere sciolto in favore di Nordio con l’ex presidente del Senato dirottata al ministero per le Riforme.

Antonio Tajani andrà, salvo colpi di scena, alla Farnesina: il coordinatore nazionale di FI è stato da subito la prima scelta per gli Esteri. Al netto delle fibrillazioni tra FI e FdI. Nomina che incassa il placet del Partito popolare europeo. Per Tajani c’è anche l’incarico di vicepremier.

Matteo Salvini guiderà il ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Anche per il capo del Carroccio è pronta la sedia a Palazzo Chigi per il ruolo di vicepremier: poltrona già occupata durante l’esecutivo gialloverde e guidato da Giuseppe Conte. Al ministero della Transizione ecologica Meloni sceglie l’azzurro Gilberto Pichetto Fratin. Non era la prima scelta di Berlusconi.

Anna Maria Bernini guiderà il ministero della Pubblica amministrazione. Mentre all’Università c’è la sorpresa con la parlamentare di FI Gloria Saccani Jotti. La Lega conquista il ministero dell’Istruzione con Giuseppe Valditara, consigliere giuridico di Matteo Salvini e gli Affari regionali con Roberto Calderoli. Al ministero delle Disabilità ci andrà l’europarlamentare Simona Baldassarre.

Sulla poltrona che scotta del ministero del Lavoro approda un tecnico: Marina Calderone, presidente dei consulenti del Lavoro. Balla per il Carroccio il sesto ministero: Gian Marco Centinaio punta all’Agricoltura ma potrebbe incassare il Turismo. All’Agricoltura ci andrà un esponente di Fratelli d’Italia, Giacomo La Pietra. L’alternativa è il centrista Maurizio Lupi. Il partito della premier ottiene anche la casella Sport e Politiche giovanili per Chiara Colosimo.

Per il ministero dei Beni culturali la corsa è tra Giampaolo Rossi o Giordano Bruno Guerri. Il dicastero del Sud va a Nello Musumeci mentre Edmondo Cirielli potrebbe spuntarla per i Rapporti con il Parlamento. Al ministero della Salute la scelta sarà tra Guido Bertolaso e Orazio Schillaci.