Tratto dall'edizione numero 3 del 23/09/2022

Comunque vadano a finire queste elezioni politiche del 2022 (per inciso, hanno dato vita ad una delle più brutte campagne elettorali di sempre), un dato emerge con nettezza da quest’ultima settimana appena trascorsa prima del 25 settembre: Mario Draghi, il presidente del Consiglio uscente, ha tracciato in maniera netta nei suoi giorni di governo la politica estera italiana rispetto ai cambiamenti geopolitici e ai conflitti in corso. La linea è atlantista. Punto. L’amico americano in questi mesi difficili, cominciati il 24 febbraio scorso con l’invasione russa dell’Ucraina, ha trovato nello schierarsi senza se e senza ma dell’Italia con Kiev un partner affidabile e senza ambiguità. Dopo gli ammiccamenti in politica estera degli anni passati, a Putin ma anche verso la Cina, il ruolo di Draghi è stato quindi fondamentale nell’evidenziare un’Italia alleata e in stretta collaborazione con Washington.