La Settimana Politica

Giustizia: il pericoloso equilibrio della maggioranza

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di Pasquale Napolitano

Via Arenula diventa il crocevia per il governo Meloni. Attorno a Carlo Nordio, ministro della Giustizia, si incrociano i destini politici dei partiti di centrodestra.  Sul dossier giustizia si gioca non solo la battaglia di un Guardasigilli ultra-garantista contro un pezzo della magistratura italiana. Ma si disputa una partita che è innanzitutto politica.

Le opposizioni vedono in Nordio il “ventre molle” della maggioranza e provano ad affondare il colpo. Nonostante molti esponenti dem, dal governatore della Campania Vincenzo De Luca al sindaco di Bergamo Giorgio Gori, condividano le tesi del ministro su intercettazioni, abuso d’ufficio e legge Severino.

In pratica, Nordio vuole, come nessuno prima di lui, una radicale riforma della Giustizia. Una riforma al cuore del potere giudiziario. Un piano che manderebbe in allarme gran parte dei giudici italiani.

Però la riforma della Giustizia è un dossier soprattutto politico, utilizzato dai tre partiti del centrodestra come arma di riposizionamento. Su via Arenula si incrociano vendette e ambizioni. Non sfugge che, all’epoca della composizione del governo, Nordio fu una scelta di Meloni.

La poltrona di Guardasigilli fu rivendicata anche da Forza Italia.  In realtà, appena insediato al ministero, Nordio si è rivelato nelle sue idee più berlusconiano di Berlusconi. Tanto che il cavaliere è diventato oggi l’angelo protettore del ministro in maggioranza.

La mossa del cavaliere punta a un doppio scopo: da un lato è l’occasione per mettere Meloni spalle al muro, dall’altro Nordio fornisce ampie garanzie alle ricette di FI sulla Giustizia. Forza Italia fa da scudo al ministro e mette Fratelli d’Italia davanti al bivio: difendere Nordio (voluto da Meloni in via Arenula) o rimangiarsi tutto?

Per blindare la poltrona del Guardasigilli Silvio Berlusconi ci mette la faccia: «Dopo molto tempo, l’Italia ha un ministro della Giustizia di cultura liberale e garantista, una cultura profondamente affine alla nostra. Questa è una buona notizia per il Paese, per il governo, per tutti gli italiani, di tutte le parti politiche. Noi di Forza Italia sosterremo l’azione del Ministro Nordio con assoluta convinzione. La giustizia italiana ha bisogno urgente di essere riformata, e il nostro ministro ha dimostrato di voler lavorare seriamente per questo obiettivo».

La Lega gioca un’altra partita. Anzi, una doppia partita. La prima è sul Csm. La posizione assunta da Matteo Salvini in merito alla riforma della Giustizia spinge il Carroccio tra le braccia dei magistrati. È una mossa per aprire un ponte con i giudici per avere più potere e sponde nel Csm. La seconda è una mossa politica e punta ad aumentare la tensione tra le truppe meloniane in vista del doppio appuntamento per le Regionali in Lombardia e Lazio. Salvini vuole indebolire FdI sperando di risucchiare qualche voto. Da Palazzo Chigi il presidente del Consiglio prende tempo. Difende Nordio che è un suo ministro, ma non compie l’allungo decisivo sulla riforma. Media. Non vuole strappare con i giudici. Ma deve tenere unito governo e maggioranza. Missione impossibile.