Le opinioni

Altro che Steve Jobs: vinceranno i crociati part-time

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di Antonio Dini (giornalista e scrittore)

A quali valori possiamo fare riferimento oggi? Forse non ci crederete, ma il guru di moltissimi manager e imprenditori è il papà dell’iPhone e del Mac. Tuttavia, a disposizione come vedremo, c’è di meglio.

Nel 2008 Steve Jobs tenne un discorso ai neolaureati dell’università di Stanford che è passato alla storia. È stato intitolato «Stay Hungry, Stay Foolish», siate affamati siate folli, e dice sostanzialmente tre cose. La prima è che le cose non succedono per caso ma sta a noi, dopo, unire i punti. La seconda è che uscire dalla propria zona di comfort (Steve Jobs a trent’anni venne cacciato dall’azienda che aveva fondato, cioè Apple) permette di fare cose nuove e più grandi. E la terza è di non smettere mai di cercare quello che vogliamo veramente fare, senza farci influenzare dagli altri: «Il vostro tempo è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro».

Perché, aggiunge Jobs, non bisogna farsi intrappolare dai dogmi: «Che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore».

Negli anni questo discorso ha ispirato migliaia e migliaia di persone, e soprattutto è stato sempre molto citato. In realtà c’è un altro discorso, anzi due, che sono molto più aderenti ai nostri tempi. Parlo di Bill Watterson, un autore di fumetti. Ma che autore! Watterson ha sempre lavorato senza compromessi: ha creato i suoi personaggi, Calvin e Hobbes (un bambino pestifero e il suo saggio tigrotto di peluche) senza scendere mai a compromessi. La striscia per i quotidiani americani ha raggiunto un successo planetario negli anni Ottanta-Novanta, Watterson non ha mai voluto monetizzare il successo (niente merchandising) e quando ha deciso di aver finito le cose che valeva la pena dire, l’ha chiusa senza appelli e con grande costernazione della sua casa editrice. Nel 1990 Watterson ha spiegato la sua filosofia in un discorso ai neolaureati del Kenyon College, che non è prestigioso come Stanford ma a quanto pare sa invitare ospiti interessanti.

«Creare una vita che rifletta i vostri valori e soddisfi la vostra anima – dice Watterson – è un risultato raro. In una cultura che promuove senza sosta l’avarizia e l’eccesso come la bella vita, una persona felice di fare il proprio lavoro è di solito considerata eccentrica, se non sovversiva». E poi aggiunge: «Chi accetta un lavoro poco impegnativo perché gli permette di avere il tempo di perseguire altri interessi e attività, è considerato un fallito. Una persona che abbandona la carriera per stare a casa e crescere i figli è considerata non all’altezza del suo potenziale, come se il titolo di lavoro e lo stipendio fossero l’unica misura del valore umano».

Invece, secondo Watterson l’ambizione è un’altra: «Inventare il senso della propria vita non è facile, ma è comunque consentito e credo che sarete più felici per il disturbo». Se proprio volete sapere come si fa a inventare il senso della propria vita, c’è da fare riferimento a un altro discorso. Questa volta è di Edward Abbey, un famoso scrittore ambientalista americano scomparso nel 1989. In un suo intervento, dice: «Non bruciatevi. Siate come me: un entusiasta riluttante, un crociato part-time, un fanatico a metà. Conservate l’altra metà di voi stessi e delle vostre vite per il piacere e l’avventura. Non basta lottare per la terra, è ancora più importante godersela. Finché si può. Finché è ancora qui».

Perché ha senso fare così e non inseguire la propria carriera? Abbey lo dice molto chiaramente, ed è esattamente l’opposto del pensiero di Steve Jobs: «Divertitevi, tenete il vostro cervello nella testa e la vostra testa saldamente attaccata al corpo, il corpo attivo e vivo, e vi prometto questo: vi prometto questa dolce vittoria sui nostri nemici, su quegli uomini e quelle donne legati alla scrivania con il cuore in una cassetta di sicurezza e gli occhi ipnotizzati da calcolatrici da tavolo. Vi prometto questo: sopravvivrete a quei bastardi». L’ideologia di fondo che sta riemergendo in questo momento dice più o meno questa cosa: rallenta se vuoi sopravvivere.