Le opinioni

Gli americani fanno impresa come gli italiani vanno a pranzo

Scritto il

di Ernesto Sirolli
(Docente e consulente di economia aziendale)

Mi sono inventato la metafora del pranzo perché, essendo italiano e vivendo in California, sono spesso affrontato da amici italiani che mi chiedono:

Ma che cos’hanno questi americani che noi non abbiamo?

La domanda è legittima perché gli americani sono uomini e donne come noi ma quando si parla di imprenditorialità sembra che abbiano una marcia in più. Com’è possibile che alunni e professori di una sola università americana, Stanford, abbiano creato 40mila aziende che generano 2,7 trilioni di dollari all’anno e 5,4 milioni di posti di lavoro?

La mia risposta è: «Com’è possibile che in Italia si mangi così bene dappertutto? Che ogni casa sappia imbandire una tavola e intrattenere e deliziare ospiti con una serie di piatti ricchi di storia, sapori e tecnica?». La risposta, in tutti e due i casi, è CULTURA e in particolare quell’aspetto della cultura che ha a che fare con il sapere e il saper fare di un popolo.

La mia guida alla scoperta della cultura finanziaria di Silicon Valley è Alex Chompff. Alex è stato Direttore Tecnico della più grande Venture Capital Firm di Silicon Valley prima di creare due imprese: Evolution Accelerator Inc., uno studio di venture capital che mette in contatto gli imprenditori con le competenze, le conoscenze e il supporto necessari per ottenere investimenti ed Evolution Ventures Inc., un fondo di venture capital che fornisce a centinaia di angel investorl’accesso a opportunità emergenti.

Racconta Alex: «Silicon Valley è stata una vera grande palestra. Ha creato tecniche e metodologie finanziarie vincenti sia per imprenditori sia per investitori ma il campo di gioco era molto esclusivo. Tradizionalmente Silicon Valley era interessata a investire solamente in tecnologie di avanguardia, quelle che erano descritte come “creatrici e distruttrici di intere categorie”». Alex crede che la competenza finanziaria acquisita per il finanziamento di tecnologie rivoluzionarie sia diventata parte di una cultura finanziaria che adesso ha gli strumenti e le metodologie per sostenere un grandissimo numero di Pmi in cerca di investimenti.

«Ci sono già piattaforme di Fintech, Tecnologia Finanziaria, come quelle di Crowdfunding ad esempio, che democratizzano e popolarizzano il finanziamento di nuove imprese. Quello che noi cerchiamo di fare è creare invece un punto di contatto tra investitori e imprenditori dove conoscenza, preparazione reciproca e strumenti appropriati vengono utilizzati per minimizzare i rischi e accelerare l’accesso a risorse finanziarie».

L’ambizione è quella di creare un nuovo mercato per servizi finanziari e sembra che Alex abbia ragione se si guarda al rapporto del Center for Venture Research il quale stima che nel 2021 ci fossero 363.460 investitori informali attivi negli Stati Uniti che hanno investito in 69mila startup. Non a caso la California ha la maggioranza assoluta (56%) di tutti gli investitori informali americani e un numero molto alto di loro usa SAFE, uno strumento finanziario creato dal famoso Y Combinator Management LLC, che il settimanale Forbes caratterizza come uno degli acceleratori di startup di maggior successo di Silicon Valley.

Dice Alex Chompff:  «SAFE (Simple Agreement for Future Equity) è un tipo di strumento di finanziamento comunemente utilizzato dalle startup per raccogliere capitali dagli investitori. Questo accordo consente agli investitori di fornire fondi a una startup in cambio del potenziale capitale futuro della società. In un SAFE l’investitore fornisce una certa somma di denaro alla startup in cambio del diritto a ricevere azioni della società in un secondo momento, in genere quando la startup raccoglie un round di capitale futuro o viene acquisita da un’altra società. I termini del SAFE, come la valutazione della società e la percentuale di capitale che verrà rilasciata all’investitore, sono concordati in anticipo e inclusi nell’accordo. Una volta che si verifica il futuro round di equity o acquisizione, i termini del SAFE vengono convertiti in equity e l’investitore riceve la propria quota della società in base ai termini concordati».  A Sacramento Alex ha praticamente creato una vera scuola, per imprenditori e investitori informali (visitata anche da imprenditori italiani), dove insegna come usare SAFE come strumento finanziario. Ne insegna Struttura, Valutazione e Rischi di Utilizzo. Afferma: «Nel complesso, la principale differenza tra i SAFE e le note convertibili è che i SAFE sono una forma di finanziamento azionario, mentre le note convertibili sono una forma di finanziamento del debito. Entrambi gli strumenti possono essere convertiti in azioni in una data successiva, ma i SAFE non maturano interessi o hanno una data di scadenza, mentre le obbligazioni convertibili sì».

La cosa interessante è che gli investimenti SAFE sono spesso fatti da gruppi di piccoli investitori che sono i primi a sostenere una nuova start up con tutti i rischi che questo comporta. Sì perché SAFE (che letteralmente vuol dire SICURO) non lo è automaticamente; richiede infatti attenzione, conoscenza e diligenza come ogni altro investimento. Richiede soprattutto uno spirito, un’attitudine particolare di chi investe. Quello di chi trova soddisfazione nel vedere il piacere che si arreca ad altri… un po’ come lo spirito e l’attitudine conviviale degli italiani quando, a loro spese e senza rimpianti, invitano amici e conoscenti a un pranzo favoloso!

Se desiderate approfondire, Sirolli terrà una ToM® Blast il 30 e 31 gennaio. Iscrizioni: tickettailor.com/events/interlogicasrl/828244