Le opinioni

La paura crea il gregge, dal pensiero libero nasce il branco

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di Alessandro Paciello (Formatore e Opinionista – Presidente Aida Partners e Innovazione Circolare)

In un libro uscito in contemporanea al lockdown del 2020, con autorevole prefazione di Jean-Paul Fitoussi e intitolato Goebbels, 11 Tattiche di Manipolazione Oscura, Gianluca Magi ripercorre con approfondimento gli undici principi chiave finalizzati all’addomesticamento, manipolazione e controllo sociale utilizzati dal “diavolo zoppo”, come venne soprannominato Joseph Goebbels, Ministro della Propaganda della Germania nazista. Principi che, fondamentalmente, facevano ricorso al radicamento di un terrore diffuso presso l’opinione pubblica.

Corsi e ricorsi storici. Il Potere ha sempre agito così: diffondi la paura e amministri meglio le masse, manipolandole. Come scriveva Carlos Castaneda, celebre scrittore peruviano naturalizzato statunitense: «La maggior parte dell’Umanità è predisposta alla sottomissione. Gente inconsapevole, gestita completamente. Chi ha capito, ha capito, non ha bisogno di consigli. Chi non ha capito, non capirà mai. Io non biasimo queste persone perché loro sono strutturate per vivere e basta. Cosa vuol dire vivere e basta? Mangiare, bere, respirare, partorire, lavorare, guardare la televisione, andare in pizzeria il sabato sera, andare a vedere la partita. Il loro mondo finisce lì. Non sono in grado di percepire altro. C’è invece un piccolissimo gruppo di esseri umani che sono ‘difetti di fabbricazione’: sono sfuggiti al controllo qualità della linea di produzione. Sono pochi, sono eretici, sono guerrieri…».

Mi sembra che quanto sosteneva Castaneda sia ancora, e forse sempre più, evidente. Mi ricorda un altro autore, Giorgio Caproni – scrittore, poeta e critico letterario dello scorso secolo – che soleva dire: «Il sesso, la partita domenicale… la vita così è risolta! Resta (miseria di una sorte!) di risolvere la Morte!».

Appare chiaro quanto un popolo di addormentati sia più facile da gestire da parte del Potere. Uniformare, standardizzare, protocollare e limitare i comportamenti, gli spostamenti e le frequentazioni rende gregge la gente e ciò facilita il compito dei pastori e dei suoi cani.

Un pensiero libero, che si distingua dal gregge, crea invece il branco e questo, per definizione, viene governato dai capibranco che però devono continuamente dimostrare la loro superiorità e, soprattutto, accollarsi le conseguenti responsabilità, pena la loro sostituzione con altri più capaci. Si creano così quelle che vengono definite le speciazioni, specie che si distinguono dalle masse, generando vere e proprie svolte in senso evolutivo dei destini di gran parte dell’umanità. Pensiamo, come esempi nel corso della storia, alla nascita del Cristianesimo, dopo la morte di Gesù; oppure, al Rinascimento, trainato da pochi intellettuali amanti delle arti e del “bello”.

Ma come si agisce per sottomettere le genti? L’arma principale è, appunto, la diffusione del terrore, il grande potere schiavizzante. Per rendere servo un uomo devi mettere in discussione la possibilità di sopravvivenza per lui e per la sua famiglia. Per sottometterlo devi renderlo dipendente da quanto deve essere convinto gli sia indispensabile per continuare a vivere. E così, la paura della Morte porta alla “non vita”, conduce a “morire dentro”. Basti pensare a quanto ci viene offerto come “società civile” da parte dell’élite tecno-finanziaria di Davos con la scusa della “transizione ecologica”, pena la fine dell’umanità: “città di quindici minuti”, rivisitazione in chiave falsamente ecologista del recente lockdown pandemico; reddito di cittadinanza o minimo che dir si voglia, atto a uccidere quel diritto al lavoro, presupposto per una vera libertà intesa in senso umanistico perché alla base della dignità dell’Uomo.

Perché, mi chiedo, non offrire un “lavoro di cittadinanza”, piuttosto che un “reddito”? Viene così creata una categoria, quella degli addormentati manipolati dal terrore che è peggio di quella dei malvagi perché mentre con questi prima o poi ci vieni a patti, con i primi ogni tentativo risulterebbe inutile, come scriveva Castaneda.

Come vivere per non morire dentro, perciò? La possibilità è quella di zittire la ragione che si nutre delle paure che ci vengono inculcate e, invece, ascoltare il cuore. Si pone la scelta tra seguire la mente e le sue percezioni, oppure ascoltare la nostra anima. Abbiamo così la possibilità di cambiare il paradigma con il quale ci hanno programmato prima e manipolato poi.

Il più potente motore del cambiamento e antidoto alla paura si trova nel nostro cuore. Non lo dico io, ma la scienza, quella stessa che viene a sproposito nominata dagli “esperti” prezzolati che vanno nei salotti televisivi a indicarvi profarmaci sperimentali da farvi somministrare, pena la morte, fisica o civile. John Wheeler, fisico di fama internazionale, disse che «partecipiamo alla creazione del tipo di realtà che scegliamo di avere». Per trecento anni una scienza manipolante ci ha portato a credere di essere cosa separata dal mondo. La fisica quantistica sta finalmente dicendo quanto nella spiritualità si sostiene da migliaia di anni. Tesla, alla fine dell’800, sosteneva: «C’è un’energia intelligente che sta alla base della nostra realtà, è stata documentata e viene chiamata campo di energia non convenzionale». La paura non è di quel mondo, ma di questo!