Le opinioni

Le due parole che segneranno il 2023: intelligenza artificiale

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A cura di Ernesto Sirolli (docente e consulente di economia aziendale)

«La gara è iniziata e mi sento fortunato a essere vivo in un momento in cui si sta verificando un cambiamento tecnologico di questa portata. Questo potrebbe rimodellare tutto ciò che facciamo». Di cosa parla Krishna Natarajan, Senior Technologist customer interface di NHL America? Lo chiedo a due delle persone più intelligenti che conosco qui a Silicon Valley: Silvio Sangineto e Leandro Agrò. Silvio Sangineto, Design & Research Leadership di Azure Microsoft, lavora nella “pancia della balena” (in the belly of the beast!) dove nascono le nuove tecnologie di cui Krishna parla. Conferma cosa vede succedere nel Nuovo Anno e, visto che sta partendo per passare il Natale in Italia, mi lascia nelle mani di Leandro per approfondire. Agrò è uno di quegli Industrial Designer di cui l’Italia è giustamente famosa. Di origine siciliana, da anni in California, è un Emerging Technologies Design Leader che mi illumina.

Il 2023 sarà ricordato come l’anno della democratizzazione dell’AI, l’Intelligenza Artificiale! «Per anni è stata utilizzata da professionisti che impiegavano piattaforme ultra specializzate. Il 2023 vedrà la commercializzazione di piattaforme AI Generative che incoraggeranno il vasto pubblico a scoprire, giocare, interagire e, finalmente, a usare professionalmente l’Intelligenza Artificiale». Sarà come quando imparammo a usare Internet! Ricordate il 1994, quando il codice del World Wide Web (www) fu lanciato? L’anno prossimo, la prima volta per milioni di noi, scaricheremo una piattaforma AI e timidamente faremo una stupidissima prima domanda a un computer che la capirà e che ci risponderà. Dice Leandro: «Il 2023 sarà l’anno della grande sperimentazione. Un elevatissimo numero di prodotti di nicchia verranno testati usando l’AI e la democratizzazione di questa straordinaria tecnologia generativa porterà al miglioramento della tecnologia stessa».

Eh sì, perché al contrario delle altre tecnologie, che più le usi più invecchiano e più diventano obsolete, la promessa dell’AI è che più la usi più impara e più capace diventa. Immaginate un bimbo che non dimentica nulla, una bimba che ha uno, cento milioni di genitori e che ricorda tutto quello che le hanno detto (cioè comprensione del linguaggio naturale). «L’intelligenza artificiale (AI) – dice un rapporto di Accenture – consente alle macchine di apprendere dall’esperienza, adattarsi a nuovi input ed eseguire compiti simili a quelli umani. La maggior parte degli esempi di AI di cui si sente parlare oggi, dai computer che giocano a scacchi alle auto a guida autonoma, si basano in gran parte sull’apprendimento profondo e sull’elaborazione del linguaggio naturale».

Come tutte le nuove tecnologie l’AI è terrificante! In alcune contee americane, le prime automobili dovevano essere precedute da uno sbandieratore: a piedi, allontanava cani e cavalli che, letteralmente, impazzivano alla vista e al rumore dei mostri di ferro! L’idea di macchine molto più capaci di noi fa venire i brividi a molti, ma Agrò non è spaventato dall’AI in sé. Condivide, con me, la percezione che le piccole e medie aziende prima diventeranno curiose e poi inizieranno a utilizzare, in maniera sempre più sofisticata, piattaforme di AI che le aiuterà a concepire, concettualizzare, scrivere e disegnare in modo sempre più professionale fino a creare prodotti e servizi sia totalmente nuovi sia ampiamente migliorati.

D’altronde ci sono applicazioni di AI che abbiamo tutti già accettato e che non ci fanno paura. Accettiamo che i computer sappiano leggere, scrivere, vedere, ascoltare e capire quello che diciamo, parlare, annusare, toccare, muoversi, giocare e disegnare. Quello che spaventa Agrò è l’ impossibilità, di piattaforme AI, di DIMENTICARE! Dice giustamente Leandro: «E se l’input che abbiamo collettivamente dato alla nuova piattaforma AI creasse un bias cognitivo? Come potremmo far dimenticare a un computer, che non dimentica nulla, quello che una collettività di utenti le ha fatto credere?». Anche per gli essere umani è difficilissimo disimparare. Immaginate disapprendere l’Italiano o guidare. Ma gli esseri umani possono utilizzare emozioni ed empatia per controllare ciò che dicono e fanno. «Emozioni ed empatia – continua Leandro – sono sconosciute alla Intelligenza Artificiale».

Se l’esplosione di piattaforme AI saranno The NEW NEW – la nuova nocità del 2023, le previsioni sono invece disastrose per le Piattaforme di Social Media che subiranno un vero declino. Nascosta in fondo alla lista delle Grandi Idee per il 2023, che LinkedIn ha recentemente pubblicato, c’è questo: «Gli utenti dei social media volteranno le spalle all’algoritmo». Dove per algoritmo si intende il meccanismo che le piattaforme usano per raccogliere automaticamente i nostri dati per poi rivenderli ad aziende che li useranno per bersagliarci spietatamente con offerte di prodotti e servizi.

L’Algoritmo sta diventando il nuovo simbolo di potere occulto e deleterio. Ricordate l’iconico lancio del martello contro lo schermo gigante che rappresentava il potere monopolistico dell’IBM contro la libertà creativa del computer personale di Apple? Ebbene il potere monopolistico di piattaforme sociali verrà duramente provato e forse trasformato per sempre dalle nuovissime generazioni Zeta ed Alfa che secondo Jim Louderback, autore di L’economia della Creatività: “…stanno rifiutando il doomscrolling (il guardare in modo depressivo e passivo la miriade di video sui social) a favore della partecipazione intenzionale a reti che riflettono chi sono veramente, piuttosto che una versione idealizzata e malsana di se stessi”. Quindi il 2023 sarà un grande anno per i genitori che vedranno, con soddisfazione, i loro figli formare veri gruppi di interesse sulle reti sociali e non solo esserne bombardati. Il nuovo problema sarà, per loro, mediare tra figli e insegnanti quando tutti i compiti saranno fatti con l’aiuto di piattaforme di Intelligenza Artificiale e il tema della Paoletta sul Natale, di 48 pagine con 32 tavole a colori e una bibliografia in appendice, verrà rifiutato dalla maestra di quinta elementare!