Economia della Conoscenza

Ezra Collective: il jazz britannico ha i suoi nuovi eroi

Scritto il

di Beppe Ceccato

È raro imbattersi in un lavoro praticamente perfetto. Where I’m Meant to Be, il disco degli Ezra Collective, uscito lo scorso 4 novembre, lo possiamo annoverare tra questi: uno spaccato eloquente e influente di dove sta andando il nuovo jazz British. Un disco pieno di vita, che cattura e contagia senza cedimenti dal primo al quattordicesimo brano. Un’ora e nove minuti di ascolto senza fiato.

Gli Ezra Collective si muovono sulla scena londinese da un po’. Il bandleader è un ragazzo di 26 anni, Femi Koleoso, genitori nigeriani, nato e cresciuto a Londra. Oltre agli Ezra, da un paio d’anni è anche il batterista dei Gorillaz, uno che ha Tony Allen nel cuore e la curiosità di giocare con il ritmo, un dono divino!

La sezione ritmica conta anche sul basso preciso, molto “dub”, del fratello di Femi, TJ, di due anni più giovane.  Alle tastiere un’altra rivelazione del jazz UK, Joe Armon-Jones, mentre alla tromba c’è Ife Ogunjobi (origine nigeriane), altro artista che non si farà scordare, fulminato a dieci anni da Hugh Masekela, uno dei padri nobili del jazz sudafricano. Lo stesso dicasi per James Mollison al sax tenore, musicista versatile e fantasioso.

Il risultato è sorprendente: Life Goes On, il primo brano inizia con un rap in puro afrobeat che vede la collaborazione di Sampa the Great, con una sezione fiati da brividi, tanto per chiarire dove ci porterà questo bel viaggio.

Victory Dance è il tema più esplosivo, qui le danze si scatenano su un son cubano di base, ricamato da un’esplosione di assoli con tromba e pianoforte protagonisti (Joe Armon-Jones macina note come se non ci fosse un domani).

No Confusion inizia con un omaggio a Tony Allen: è la registrazione di una sua intervista.

Tutti penseranno che suonerò jazz come gli americani… Uhmm, no, suonerò jazz a modo mio!

Mentre Kojey Radical, rappa dialogando con la tromba di Ife e il sax di James. Non manca uno standard, Smile, scritto da Charlie Chaplin del 1936, portato al successo da Nat King Cole, qui dissezionato e ricomposto con grande sapienza. Da segnalare anche le altre due featuring, Emili Sandé in Siesta e Nao in Love in Outer Space.

Grande, grande musica!