Nel Mondo delle Pmi

Argotec: un’azienda italiana nello spazio profondo

Scritto il

di Eleonora Crisafulli

«Una notte unica, un’emozione incredibile: abbiamo dimostrato di avere una tecnologia avanzata, tra i primi al mondo». Così David Avino, fondatore e amministratore delegato di Argotec, racconta quelle prime ore del 27 settembre, quando, insieme a NASA e ASI, la sua impresa ha scritto un nuovo capitolo della storia dell’esplorazione spaziale. Una storia italiana.

LICIACube: un concentrato di alta tecnologia

All’1:14 una sonda della NASA ha colpito l’asteroide Dimorphos a quasi 12 milioni di chilometri di distanza dalla Terra. Missione Dart: il primo test di difesa planetaria mai effettuato. L’obiettivo? Capire se è possibile deviare la traiettoria di un asteroide, in caso di futuri oggetti in rotta di collisione con il nostro pianeta. A testimoniare l’impatto, lì nello spazio profondo, c’era il microsatellite LICIACube creato da Argotec per l’Agenzia Spaziale Italiana. Mai un oggetto Made in Italy era arrivato così lontano. Mai un asteroide binario (composto da due corpi) era stato osservato così da vicino. Argotec ci è riuscita. «Abbiamo dimostrato in un’unica azione di saper creare piattaforme satellitari complicate in grado di operare nello spazio profondo, di saper sviluppare algoritmi di intelligenza artificiale e software di alto livello e di poter controllare questi satelliti dal nostro centro di Torino», racconta Avino.

Circa 14 chili, grande quanto un tostapane, LICIACube è un concentrato di tecnologia, AI, sistemi di navigazione autonoma, fotocamere e pannelli solari. È stato lanciato nello spazio il 26 novembre 2021, agganciato alla sonda madre. Mesi per raggiungere l’asteroide, il distacco da Dart nella notte del 12 settembre, giorni di incognite. Infine l’impatto. Evitando lo sciame di polveri, detriti e massi, LICIACube ha continuato ad avvicinarsi all’asteroide fino a circa 50 chilometri. E ha immortalato tutto. Oltre 600 scatti. «Alle 4.23 è arrivata la prima immagine. Ce l’avevamo fatta e non era scontato. Perché, per quante simulazioni si possano fare a terra, nello spazio profondo è sempre come se fosse la prima volta». Un successo accolto da gioia, sollievo e applausi al Mission Control Centre di Argotec, frutto di anni di lavoro.

Argotec dalle origini allo spazio

Avino ha fondato l’azienda partendo da una cantina nel 2008. «Sono rientrato dall’estero per creare qualcosa in Italia. Ho iniziato da zero, con un solo contratto e grossi sacrifici. Per anni non ho avuto uno stipendio. Ci siamo fatti strada realizzando prodotti per nicchie di mercato». L’azienda si autofinanzia e già dal primo anno è profittevole. «Ci sono state difficoltà, porte in faccia, errori. Ma non abbiamo mai mollato: se hai determinazione e ci credi, vai avanti anche se sei in un mercato che sembra impossibile».

Oggi Argotec collabora con le agenzie spaziali. Realizza tutto in-house, «dall’idea fino a farla volare e a controllarla da terra». Progetta, assembla e gestisce prodotti spaziali, dimostrando una competenza a 360 gradi difficile da trovare in un’unica azienda. Oltre ai microsatelliti, sviluppa soluzioni tecnologiche per il comfort degli astronauti di oggi, quelli a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, e dei futuri esploratori spaziali.

Nel 2020 ha aperto una sede nel Maryland. «Il nostro mercato è estero, quindi intensificheremo gli sforzi negli Stati Uniti», spiega sempre Avino.

Ma è in Italia che l’azienda punta ancora a crescere, facendo del Piemonte il suo epicentro. Investirà 30 milioni in cinque anni per una smart factory da oltre 6000 metri quadrati e nuove assunzioni. «Sono 100 le persone che prevediamo di inserire nei prossimi mesi». Si cercano ingegneri, esperti in materie STEM, ma anche amministrativi, professionisti del marketing, della comunicazione e delle risorse umane. Ai dipendenti l’azienda offre percorsi di crescita, flessibilità, smart working, “freeday”, mezza giornata libera (retribuita) un venerdì al mese.

La missione Dart è compiuta. Due settimane dopo l’impatto, la NASA ha confermato che la sonda ha deviato l’asteroide: l’umanità è in grado di difendere il Pianeta da potenziali minacce. «Un risultato incredibile che passerà alla storia», ha commentato il fondatore di Argotec. «È la prova che quando le persone, e anche i Paesi, lavorano insieme, quasi nulla è impossibile».

Intanto il team di Argotec si sta già preparando al prossimo volo spaziale con NASA e ASI: ArgoMoon sarà l’unico satellite europeo a bordo dello Space Launch System per la missione Artemis 1, la prima del programma che riporterà l’uomo (o meglio, la prima donna) sulla Luna entro il 2025. Il tentativo di lancio è previsto per il 14 novembre.

David Avino, imprenditore e istruttore di Parmisano e Cristoforetti

David Avino, 51 anni, è il fondatore e ad di Argotec. Da ragazzo frequenta l’Accademia militare di Modena, poi la Scuola di Applicazione di Torino. Si laurea in Informatica. Presta servizio nella Brigata Paracadutisti Folgore.

Ero un ufficiale, ma sono sempre stato affascinato dal settore aerospaziale.

Nel 1998 lascia l’Esercito per intraprendere una nuova carriera. Inizia in Alenia Spazio. Lavora per l’ESA. Segue le missioni degli astronauti nella divisione Human Space Flight. Diventa istruttore certificato NASA ed ESA. Tra gli astronauti che addestra, ci sono anche gli italiani Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti. Viaggia in Europa, trascorre un periodo negli Stati Uniti. Ma l’Italia è la sua casa.

Tornato a Torino, fonda Argotec. Il nome è un richiamo agli Argonauti, gli eroi della mitologia greca, e al loro instancabile spirito di avventura. «Era una one man company nata in una cantina. Da lì siamo passati a una portineria dismessa, poi a un ufficio e un laboratorio, fino alla sede attuale, 2000 metri quadrati che triplicheremo».