Nel Mondo delle Pmi

Banche, trampolino per startup

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di Paola Stringa

Le grandi banche hanno ormai capito le enormi potenzialità di crescita e di sviluppo delle startup innovative. Si stanno creando partnership che contribuiscono a creare un vero e proprio nuovo ecosistema finanziario. Per le banche si tratta di un asset class più sicuro di altre, sia in termini di finanziamento che di accompagnamento.

In parte, questo dipende anche dal fatto che, dal 2012, le startup innovative hanno accesso semplificato e gratuito al Fondo di Garanzia per PMI sul finanziamento bancario, che stabilisce una garanzia pubblica pari all’80% sui fondi erogati dagli istituti di credito sino a 5 milioni di euro.

In base al 32° Rapporto Periodico (2022) del MiSE su imprese innovative e FGPMI, nella prima metà del 2022 il Fondo ha autorizzato concessioni di finanziamento per 13.560 operazioni, per più di 2,3 miliardi di euro erogati a favore di 6798 startup innovative. L’ammontare medio per singola operazione è pari a 170mila euro. La distribuzione territoriale evidenzia che, di queste garanzie, la maggior parte è stata concessa nelle regioni del Nord, in primis in Lombardia, dove si registra, del resto, il maggior numero di imprese target e poi in Emilia Romagna, Veneto e Piemonte.

Le startup che si avvicinano alle banche, per farsi finanziare o accompagnare o accelerare, tra l’altro, sono già in una fase di sviluppo avanzata, ovvero non sono quasi mai “pre-seed” e questo le rende meno rischiose.

Il supporto di Intesa Sanpaolo alle startup

Intesa Sanpaolo, grazie anche all’attività svolta in collaborazione con Innovation Center, da oltre un decennio favorisce il finanziamento e la crescita di startup in tutte le fasi del loro sviluppo, connettendosi con investitori, corporate, incubatori, acceleratori, università, e facendo evolvere il mercato Italiano del venture capital.

Oggi siamo in una fase di rilancio dell’intera economia italiana, dove l’innovazione emerge come centrale nei bandi del PNRR e noi, come banca – spiega Anna Roscio, executive director Sales&Marketing Imprese di Intesa Sanpaolo – sentiamo la responsabilità di essere parte di questo processo.

Attraverso diversi programmi, come “Up2Stars“, mettiamo a fattor comune la nostra esperienza e tutte le partnership strategiche utili a creare una rete organica fatta di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico a sostegno delle migliori startup, con l’auspicio che diventino le PMI innovative di domani.

Le iniziative del gruppo spaziano dall’offerta di servizi finanziari dedicati, come “NeoImpresa“, il finanziamento per tutte le spese di investimento materiali o immateriali legate all’attività della nuova impresa, e “Convertibile Impresa“, il finanziamento dedicato a tutti i programmi e le tipologie di investimento collegati ai piani di avvio e sviluppo del business delle startup innovative fino all’80% degli importi documentati, a specifici programmi di accelerazione e valorizzazione, come Up2Stars. Infine, “Startup Initiative“, il programma di accelerazione internazionale, seleziona le migliori startup hi-tech per prepararle al confronto con il mercato e aiutarle a entrare in contatto con potenziali investitori e partner industriali.

Tra le azioni specifiche di Intesa Sanpaolo c’è anche l’attività di Neva SGR, la società di gestione di fondi di venture capital interamente controllata da Intesa Sanpaolo Innovation Center, tramite cui è stato recentemente istituito il Fondo Sviluppo Ecosistemi di Innovazione (Fondo SEI) dedicato a startup ad elevato contenuto tecnologico innovativo che operano su trend con prospettive di crescita esponenziali.

A queste operazioni si aggiunge poi il supporto finanziario puro: Intesa Sanpaolo ha erogato finanziamenti per 300 milioni di euro alle neoimprese per accompagnarne la prima fase di crescita, in attesa di una espansione attraverso il venture capital.

Il supporto di Unicredit alle startup

Anche per Unicredit Start Lab, l’iniziativa messa in campo da Unicredit per sostenere concretamente l’innovazione e gli imprenditori, l’ultimo decennio è stato fondamentale per diventare un punto d’accesso strategico allo sviluppo di partnership finanziare e industriali stabili e funzionali, anche per la banca stessa.

Non siamo un incubatore o un acceleratore, offriamo una serie di strumenti per far crescere il business delle startup e di prodotti bancari agevolati, oltre all’assistenza sull’avvio di round finanziari o quotazioni – spiega a Il Settimanale Francesca Perrone, responsabile dell’area Start Lab & development programs di UniCredit – Start Lab è un po’ un unicum nel panorama italiano, perché riesce a seguire a 360 gradi tutto il processo, dallo scouting della startup fino alla presentazione agli investitori, con dei numeri importanti per l’Italia, 700 progetti ogni anno.

Da quel punto di osservazione strategico, Perrone ha potuto osservare molteplici cambiamenti rispetto a 10 anni fa, quando il progetto è stato avviato.

Siamo partiti quasi come una startup dentro la banca, poi pian piano abbiamo capito qual era il valore aggiunto che la banca poteva dare a queste piccole società innovative e spesso digitali, prima facendo accelerazione e incubazione, poi, mentre l’ecosistema maturava e si sviluppavano acceleratori professionali strutturati, come quelli che sta lanciando Cdp Ventures Capital ad esempio, via via ci siamo posizionati più avanti nella catena del valore, ossia sul momento del link con i clienti corporate, che all’inizio erano soprattutto le grandi imprese.

Oggi – sottolinea – non sono più solo le grandi, che hanno veri e propri dipartimenti di open innovation all’interno, ad approcciarsi a questo mondo, ma sempre più spesso anche le medie imprese: SCK Group, un’azienda di infissi e schermature solari con un fatturato di circa 100 milioni, si è rivolta a noi per fare scouting di realtà tecnologiche, sedendosi al fianco di Terna, Eni, Snam e Angelini alla Presentazione dell’Osservatorio Open Innovation e Corporate Venture Capital 2022.

D’altra parte, la qualità delle nuove aziende si è molto innalzata, sia per tecnologie che per competenze manageriali.

Sono tutte più strutturate e con ambizioni internazionali – conclude la manager di Unicredit – prima le startup che selezionavamo guardavano alla loro regione, ora sin dall’inizio pensano ai processi di internazionalizzazione. E gli investitori esteri chiedono sempre di più di conoscere e incontrare realtà del nostro Paese: abbiamo come referenti 50 fondi internazionali che, su base periodica, vogliono vedere startup italiane.

Sinora Unicredit Start Lab ha raccolto circa 7mila domande da imprese emergenti e selezionato oltre 500 progetti.