Nel Mondo delle Pmi

Digitale e su misura, la gestione rischi 2.0

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di Paolo Cova

Avere in portafoglio più prodotti, di più compagnie, in modo da poter fare un’offerta su misura al cliente, mantenendo il tradizionale rapporto di fiducia che deve intercorrere tra assicuratore e assicurato. È la sfida dell’insurtech, settore emergente che vuole coniugare innovazione e sicurezza assicurativa grazie alla tecnologia. Un settore in rapida crescita, che può portare vantaggi anche alle piccole e medie imprese, troppo spesso “timorose” davanti all’esigenza di cautelarsi con polizze a copertura delle proprie attività, davanti a nuovi rischi.

Walter Boz fondatore di McKinsyandLevi

«La novità dell’insurtech – spiega Walter Boz, broker milanese fondatore di McKinsyandLevi, una decina di intermediari assicurativi – sta nel fatto che l’insurtech advisor ha in portafoglio i prodotti tech di più compagnie, su vari rami assicurativi, può quindi calibrare l’offerta alle esigenze del cliente con la sua consulenza e le sue skills digitali e dunque rispondere in modo conveniente, efficiente e veloce alle richieste del mercato. Questa nuova figura professionale costituisce un ponte di raccordo tra le insurtech (le società che hanno in portafoglio i prodotti tech delle compagnie, ndr) ed i propri clienti».

Insomma, tanti prodotti assicurativi in offerta evitando l’anonimato delle assicurazioni on line, che tanto timore provocano nei potenziali clienti: «L’insurtech advisor ci mette la faccia, crea il classico rapporto fiduciario dell’assicuratore tradizionale, risponde se interpellato in caso di necessità interponendosi tra cliente e compagnia, ma con in più la potenzialità di avere, grazie alla tecnologia, un ventaglio ampio  e calibrabile di offerte».

Un’evoluzione importante, con una crescita notevole in Italia sia pur più lenta rispetto ad altri paesi europei: «Nel primo semestre del 2021 i capitali investiti in questo settore ammontavano a circa 60 milioni di euro; nello stesso periodo di riferimento del 2022 gli investimenti hanno superato i 200 milioni di euro».

Un’opportunità per le piccole e medie imprese: «l’Italia è di fatto il Paese più sottoassicurato in Europa; secondo uno studio commissionato da “Next Level for Insurance – SME segment” realizzato da CRIF e Italian insurtech association, più di 1.650.000 PMI sono prive di coperture assicurative, pari a circa il 38% del campione analizzato, mentre il rimanente 62% si limita alle coperture assicurative essenziali.

Il motivo principale di tale situazione è legato ad un’errata percezione del rapporto intercorrente tra onere economico e potenziale rischio, laddove lo stereotipo comune è che i premi assicurativi siano troppo alti rispetto al rischio percepito. Come se fosse denaro buttato via.

A fronte di ciò, la nascita della nuova figura professionale, operante in collegamento con le insurtech, ha lo scopo di offrire, con la giusta consulenza tecnica e la padronanza dello strumento digitale, un supporto decisivo ai fini della corretta rappresentazione del suddetto rapporto. Pensiamo solo alle esigenze di copertura da rischi di hackeraggio, la protezione dei sistemi tecnologici e dei dati sensibili».