Nel Mondo delle Pmi

Officina Stellare: modello per PMI in Borsa

Scritto il

di Mariarosaria Marchesano

Officina Stellare – società di Vicenza che progetta, ingegnerizza e produce telescopi spaziali – ha le potenzialità per quintuplicare il suo fatturato nei prossimi tre anni – dai 10 milioni attuali circa a 51 milioni nel 2025 – per effetto dell’ingresso nel capitale del gruppo Satellogic quotato al Nasdaq.

È quanto stima un report di Value Track – boutique di analisi finanziaria indipendente – sulla base degli ordini che la società ha già in pancia e di quelli che potranno arrivare con la partnership americana.

L’incontro con Satellogic rappresenta, infatti, per Officina non la semplice acquisizione di un socio finanziario – con una quota del 4,7% destinata a salire al 12 nel giro di tre anni in base agli accordi sottoscritti – ma la svolta su scala “globale” che stava aspettando dai tempi della fondazione, nel 2009, per iniziativa di un gruppo di giovani appassionati dello spazio e delle stelle: Giovanni Dal Lago e Gino Bucciol, il tandem iniziale, ai quali si sono uniti Riccardo Gianni e successivamente Fabio Rubeo.

Officina Stellare è diventata un caso da manuale tra le piccole aziende di Piazza Affari, dove si è quotata nel 2019 sul segmento Egm, perché è in grado di produrre “in house” apparecchiature complesse e dall’elegante design (telescopi ma anche sistemi ottici da utilizzare per varie applicazioni in mercati come l’aerospazio, la difesa e la ricerca scientifica), che sono state apprezzate anche dalla Nasa con varie commesse. Nel 2015 ha aperto il capitale a Veneto Sviluppo (la finanziaria regionale della Regione Veneto) che ne è uscita con un ritorno sull’investimento del 20 per cento.

Ma è adesso che l’impresa di Sarcedo si prepara a fare il grande salto. Quando Emiliano Kargieman, amministratore delegato di Satellogic che ha fondato insieme con Gerardo Richarte (entrambi di origine argentina), è entrato nel consiglio di amministrazione di Officina ha commentato con entusiasmo un’operazione che consente all’azienda Usa l’integrazione verticale che non aveva. Del resto, le due società sono speculari: Officina osserva i pianeti e le stelle da Terra e Satellogic fa il contrario, osserva la Terra dallo spazio. «Monteremo i nostri telescopi sui loro satelliti che scattano immagini del nostro pianeta e le rivendono a clienti istituzionali come governi e centri di ricerca», spiega al Settimanale Giovanni Dal Lago, che di Officina è anche ceo.

Satellogic ha al momento 25-30 satelliti e non ci vuole molto per intuire le possibilità di business che a cascata si aprono per la società italiana. Non è un caso che la attuale capitalizzazione di Borsa – una settantina di milioni di euro,  molto elevata in rapporto al fatturato ancora modesto – riflette la fiducia che gli investitori ripongono nella crescita dei prossimi anni. Praticamente, una scommessa sul futuro, come accade per le start up hi tech ma anche per le società della space economy, che rappresenta una delle più promettenti traiettorie di sviluppo dell’economia mondiale.

Ma non c’è solo Satellogic. Officina Stellare ha al suo attivo partnership strategiche con il Cnr per lo sviluppo dell’ottica adattiva (specchi e lenti deformabili) e con l’Università di Padova (crittografia quantistica) oltre a collaborazioni con istituzioni scientifiche internazionali come l’Agenzia spaziale europea e l’Università di Princeton.

«L’unico problema è che per fare quello che facciamo, abbiamo bisogno di personale altamente qualificato, soprattutto ingegneri spaziali, per questo abbiamo cominciato a puntare sui cervelli italiani all’estero sfruttando la legge sul rientro dei cervelli. Oggi, tra i nostri sessanta dipendenti, abbiamo talenti tornati dal Giappone, dal Regno Unito e dall’Olanda», racconta Dal Lago, che con un diploma di geometra e la passione per l’astronomia a fine anni Novanta fonda prima la rivista Coleum Astronomia e poi il mensile Le Stelle con l’astrofisica Margherita Hack.

«Insomma, è nato tutto da una grande passione – prosegue – poi è arrivata la prima società, Astrotech, e successivamente Officina Stellare quando ci siamo resi conto che gli strumenti per l’osservazione dello spazio potevano contare su una domanda in forte aumento».

Assonext Award: i sei vincitori della gara tra Pmi

Officina Stellare ha vinto il premio come “Best financial cycle” nell’ambito dell’Assonext Awards, prima competizione tra le Pmi quotate sul segmento Euronext growth Milan di Borsa italiana.

La cerimonia che si è svolta il 24 novembre a Milano (Palazzo Visconti) ha visto altre cinque società premiate nelle differenti categorie:

  • Best Ipo: Yolo group (Insurtech)
  • Best Esg identity: Almawave (Intelligenza artificiale)
  • Best performance: Fope (orafo)
  • Best M&A: Digital 360 (servizi digitali)
  • Best Lawyer: Advant-Nctm (studio legale)