Sostenibilità

Arbatax fa scuola nel turismo responsabile

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di Paola Guidi e Franca Rottola

Quello che viene considerato l’Oscar del turismo responsabile, il World travel award, ha premiato ancora una volta – la quarta – un resort italiano ormai noto, l’Arbatax Park Resort nell’Ogliastra, in Sardegna. Vincitore dal 2020 come primo eco-resort mondiale e anche primo classificato in Italia e in Europa, detiene una serie di primati in parte merito della bellezza – rispettata e valorizzata – del luogo e in parte, la gran parte, grazie a consistenti impegni in termini di risorse economiche e di innovazioni degli imprenditori Giorgio Mazzella e Angela Scanu, che l’hanno fondato nel 2010.

È una storia particolare per la qualità e il numero delle iniziative ecosostenibili e sociali messe in atto, che può essere considerata quasi una guida completa alla sostenibilità di un turismo responsabile. Che, tra l’altro, produce anche buoni frutti visto che la categoria oggi più in crescita è quella dell’hospitality eco-responsabile, e in particolare quella per una clientela di fascia alta.

Abbiamo ascoltato le richieste di nostri ospiti – ha infatti sottolineato Mazzella – e abbiamo dovuto aumentare il numero di sistemazioni di alta gamma, dando ancora più spazio al comfort, al bello e all’ambiente.

Dati recenti stimano che il mercato globale abbia un valore di  di dollari (oltre i 161 miliardi di euro) e si prevede che conoscerà una crescita esponenziale nei prossimi anni. L’Organizzazione mondiale del turismo, del resto, sta da tempo facendo pressione sugli operatori poiché l’industria del settore produce circa il 5% di tutte le emissioni globali di carbonio, rendendola una delle industrie chiave nell’aumento e nella diminuzione delle emissioni di gas serra. Uno  da Expedia Group Media Solutions ha reso noto che   cerca opzioni più sostenibili quando viaggia.

L’Arbatax è l’unico resort al mondo inserito in un parco naturalistico, il Bellavista, una penisola ricca di spiagge e baie da cartolina, di 60 ettari. I numeri dicono molto: oltre 500mila piante, più di 500 animali, 5mila metri di passeggiate e 500 addetti.

Un progetto work in progress: tra le continue iniziative spicca la rete degli orti solidali, oltre 100mila metri quadri adiacenti al resort che forniscono prodotti a chilometro zero (il piano è di riuscire a creare un network di produttori locali sotto un nuovo marchio biologico) e dove ciascun ospite può dedicarsi alla coltivazione e alla raccolta di ortaggi e legumi.

E ancora, la raccolta differenziata, che supera quota 90%; la carta viene riciclata come lettiera per gli animali della fattoria; il compostaggio trasforma tutto il materiale organico in humus per piante e orto; le acque piovane sono recuperate e riutilizzate per l’irrigazione. Anche il vetro viene riciclato interamente: una volta fuso diventa materia prima nei laboratori artistici per i clienti tenuti da artisti di fama internazionale. Più una biblioteca all’aperto, spazi per lo yoga, la palestra degli ulivi.  n

Dallimpegno nel sociale al recupero della tradizione sarda

La storia dell’Arbatax Park Resort sintetizza il percorso di vita e di lavoro della coppia Angela Scanu e Giorgio Mazzella, imprenditori sardi con vasta esperienza internazionale. E del loro impegno per il sociale. Oltre che per la loro terra, la Sardegna. Angela Scanu, classe 1966, insieme al marito ha avviato l’Arbatax Park Resort nel 2010, ma è ben prima che per la penisola di Arbatax è cominciato un percorso di sostenibilità:

Nel lontano 1960, il padre di mio marito comprò la penisola, che originariamente era una cava di granito, solo per il piacere di piantare alberi quando ancora non esisteva il concetto di rispetto di sostenibilità dei territori – spiega.

L’originalità delle iniziative della coppia Scanu-Mazzella risiede in questa mescolanza tra tradizioni e innovazioni di contenuto etico. Come la scelta di supportare l’arte al femminile e in particolare una delle tradizioni sarde, la tessitura:

La mia passione per la tessitura nasce da un incontro con Maria Lai, una delle più straordinarie artiste del 900 italiano – racconta Scanu – che nella sua capacità espressiva racchiudeva l’essenza della nostra terra, fortemente matriarcale. Il mio desiderio era creare un nuovo concept attraverso il recupero delle antiche tecniche di tessitura sarda.

Progetto di design premiato con il “Best Interiors Award 2018” durante la fiera Domotex, il Salone del design di Hannover.

Dal 2019, inoltre, il Centro Benessere Bellavista all’interno del resort ha avviato un innovativo progetto olistico che unisce le virtù della millenaria medicina cinese alla medicina tradizionale sarda.