Sostenibilità

Ecopol, la rivoluzione della pellicola idrosolubile

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di Marta Panicucci

Comprando un detersivo monodose per lavastoviglie si ha una probabilità del 50% di avere in mano un prodotto a marchio Ecopol, ditta artigianale nata nel 2009 in provincia di Lucca e oggi leader in Europa nella produzione di film solubile in acqua, con ambiziosi progetti di espansione.

Il campo di applicazione principale del prodotto Ecopol è quello dall’imballaggio di detergenti per la casa, ma l’uso della pellicola idrosolubile made in Toscana interessa anche i prodotti chimici per l’agricoltura, per il trattamento di piscine e Spa, la confezione di fibre rinforzanti per il cemento e per la produzione di lastre di pietra usata per pavimenti, pareti e piani di lavoro.

Il sogno di Ecopol, tuttavia, è quello di rivoluzionare il mondo dell’igiene personale. «Siamo in un mercato che cresce molto velocemente – spiega l’amministratore delegato, Mauro Carbone – e il nostro obiettivo è entrare nel mondo del personal care. Quando compriamo uno shampoo o un bagnoschiuma l’85% è costituito da acqua, dunque la nostra idea è di compattarlo in capsule idrosolubili che le persone mischiano con l’acqua durante l’uso. Questo aiuterà tantissimo dal punto di vista ecologico anche perché eviteremo di avere centinaia di camion per le strade e trasporteremo solo la cosa principale, ovvero l’essenza del prodotto».

Il film idrosolubile è già pronto, spiega Carbone, e:

Varie aziende stanno guardando con interesse a questa opportunità, aspettiamo che il primo si lanci e noi lo seguiremo.

Nell’attesa che il sogno di realizzi, Ecopol sta velocemente conquistando il suo mercato di riferimento affermandosi come partner privilegiato di aziende che hanno un occhio di riguardo per la sostenibilità ambientale. Le pellicole Ecopol, infatti, conferiscono ai prodotti finali caratteristiche di facilità d’uso e biodegradabilità, consentendo una significativa  riduzione delle emissioni di CO2  lungo l’intera filiera produttiva.

Siamo partiti come un’azienda artigianale – dice ancora Carbone – e oggi siamo il numero due al mondo e il numero uno in Europa.

La corsa di Ecopol sui mercati si riflette anche nell’espansione territoriale degli stabilimenti. Nel 2017 Ecopol era ancora una piccola azienda di Capannori, in provincia di Lucca, con 12 dipendenti, mentre oggi è una realtà strutturata con più di 130 dipendenti che dovrebbero salire a 200 entro il 2023.

«Nel gennaio 2021 abbiamo aperto uno stabilimento a Chiesina Uzzanese, in provincia di Pistoia, e abbiamo trasferito lì la produzione, poi ne abbiamo inaugurato un secondo a fine 2022. Nel frattempo abbiamo portato avanti un investimento negli Stati Uniti, per la costruzione di un altro impianto rivolto al mercato americano: ci aspettiamo di finire la costruzione ad aprile-maggio e partire con la produzione in estate».

Per realizzare lo stabilimento in Georgia, Ecopol ha messo in campo un investimento di 38 milioni di dollari e punta ad assumere nel lungo periodo 130 persone, di cui 45 entro l’estate 2023. In questi giorni, inoltre, l’azienda ha sottoscritto una partnership pluriennale con Scuderia Ferrari e Ferrari Hypercar, i cui dettagli però non sono ancora stati svelati.

«La partnership viene dal fatto che il mondo dall’automobile e della Formula 1 avrà il cambio di passo più rapido verso l’abbassamento delle emissioni di CO2 – spiega Carbone – La carbon neutrality è un impegno che abbiamo in comune ed è una sfida molto importante per questo tipo di industria. Da qui è nata l’idea di fare un progetto con Ferrari che nel 2025 lancerà la sua prima macchina full electric».

Tra le numerose applicazioni del film idrosolubile c’è anche la stampa con transfer ad acqua, ovvero la tecnica con la quale vengono applicate rifiniture decorative su oggetti di plastica, vetro, legno massiccio, vetroresina, ceramica e metallo. «Il nostro film è già usato nella moda per trasferire un disegno grafico su una scarpa, su un casco. È qualcosa che potremmo fare con il casco di un pilota, per esempio, ma non è questo l’obiettivo primario della partnership. Con Ferrari stiamo lavorando a un progetto sulla sostenibilità che sveleremo più avanti».

Il sodalizio con la Formula Uno sarà anche un trampolino di lancio per Ecopol negli Usa.

La Formula Uno – spiega ancora Carbone – sta crescendo tantissimo negli Usa e sta portando molto interesse. Agganciare il nome di Ecopol a uno dei marchi italiani più importanti, sinonimo di eccellenza nel mondo, è molto importante».

Ecopol ha chiuso il 2022 con un fatturato di circa 46 milioni, di cui l’80% realizzato proprio all’estero. L’obiettivo di Carbone è spingere ancora l’acceleratore sulla produzione, sia in Italia che all’estero, per triplicare o quadruplicare nel giro di quattro anni la dimensione aziendale. Tenendo, però, sempre la barra dritta sul tema della sostenibilità della produzione.

«A Chiesina stiamo investendo molto sul fotovoltaico perché vogliamo essere green a 360 gradi: vogliamo fare un prodotto green, in modo green. Nei prossimi anni vogliamo diminuire l’impatto della nostra produzione, poi andremo a costruire nuove aree, nuovi uffici e un nuovo magazzino per la logistica».

Nato e cresciuto in Svizzera da genitori emigranti dal Sud Italia alla ricerca di fortuna, Mauro Carbone, ha sposato l’avventura di Ecopol facendo praticamente un salto nel buio. «Nel 2016 lavoravo in Svizzera – racconta Carbone – e mi venne chiesto di andare a Lucca a vedere un’azienda che era in crisi economica. Era il settembre del 2016 quando da direttore finanziario di una multinazionale con 200mila dipendenti e mezzo miliardo di fatturato andai a vedere l’azienda di un piccolo artigiano con 12 dipendenti nella zona industriale di Capannori. All’inizio mi spaventai e pensai di rifiutare la proposta; ma poi mi hanno fatto vedere un prodotto geniale che in pochi secondi sparisce in acqua e ho deciso di provare questa avventura».

In sei anni, sotto la guida di Carbone, Ecopol è passata da 1,8 milioni di fatturato a 46 milioni, da poco più di dieci lavoratori a centinaia di dipendenti e molti investimenti in programma, anche fuori Europa. In poco tempo, quindi, Carbone ha fatto spiccare il volo a un’azienda che aveva in mano un prodotto innovativo, ma non era stata in grado di valorizzarlo.

Io ho preso le buone basi che aveva l’azienda fin dall’inizio e l’ho trasformata in quello che siamo oggi, una vera industria.

Dei precedenti vertici aziendali non è rimasto nessuno, nemmeno il fondatore di Ecopol, scomparso mentre la sua creatura iniziava a correre. «Quando Ecopol è nata – precisa Carbone – il nostro principale competitor era già sul mercato, ma chi ha fondato questa società, un professore universitario dell’ateneo di Pisa, aveva studiato tantissimo il film idrosolubile ed è riuscito a portare sul mercato un prodotto altrettanto competitivo».

Grazie al quale la distanza tra la grande azienda di produzione di film idrosolubile e la piccola impresa artigiana di Lucca si sta assottigliando anno dopo anno, grazie alla nuova stagione avviata da Carbone. «È bello tornare nel Paese di origine e riuscire a creare qualcosa di positivo – conclude – soprattutto alla luce della storia dei miei genitori, che sono scappati dal Sud Italia per cercare fortuna in Svizzera e darmi un futuro migliore».