Sostenibilità

Ernestomeda: la Circolarità è servita

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di Paola Guidi

Cucine-living di smagliante design, gamma e prezzi elevati, export che sale ogni anno del 20-30% e soprattutto un CEO giovane che scommette sull’innovazione digitale, non fine a sé stessa ma focalizzata con risultati oggettivi, e non solo di brand reputation, sull’economia circolare. Alberto Scavolini, classe 1969, della dinastia pesarese dei cucinieri, CEO di ernestomeda, pratica infatti una serie di scelte virtuose tutte certificate e, per la prima volta nel settore del mobile, misurate.

Ed è lo stesso Scavolini a descrivere con i numeri il traguardo più prestigioso, la Certificazione per la Circolarità del prodotto, attestata dal Cosmob.

«Per gli arredi con ante in vetro – spiega Scavolini – la circolarità materica si attesta intorno al 99%, con una percentuale del 98% dei materiali destinabili al riciclo, una volta esaurito il ciclo di vita del prodotto. Anche per gli arredi con ante laccate, prodotti per l’89% con materiali da fonti rinnovabili, la circolarità materica è pari al 99%, con una percentuale di riciclo a fine vita prodotto del 98%». Percentuali simili anche per arredi con ante impiallacciate e ante in melaminico / laminato. Cifre che rimarcano ancor più la differenza tra ecosostenibilità (non misurabile, non certificabile cioè in modo rigoroso) e circolarità. La quale è un paradigma del business virtuoso basato su precisi modelli di spesa, che devono rendere l’azienda in questo percorso più efficiente e resiliente.

Durante il lockdown le aziende dell’arredo sono state penalizzate più di altri settori del sistema casa poiché le showroom sono rimaste chiuse. L’azienda aveva subito trasferito online progetti, innovazioni e sviluppo dei prodotti, nonché contatti con clienti grazie a ernestomeda Next, una piattaforma di realtà virtuale immersiva a 360° che permette di esplorare virtualmente le storie e i prodotti, anche in anteprima.

E al drammatico aumento dei costi energetici (le aziende del settore sono energivore poiché lavorano componenti e materiali provenienti mediamente da circa 200 fornitori), ernestomeda si era da tempo preparata, come spiega lo stesso Scavolini: «Tutte le nostre attività produttive sono autosufficienti perché abbiamo installato sull’intero stabilimento un impianto fotovoltaico».

L’azienda è brianzola, ma fa parte dal 1996 del gruppo pesarese Scavolini, che ha così completato con le cucine di raffinato design la gamma dei prodotti del gruppo, specializzandosi sempre di più con proposte di fascia alta. Pur avendo un’indipendenza pressoché totale, ha costantemente applicato le linee di sviluppo che hanno portato la Scavolini al primo posto del suo settore: una struttura che mantiene i vantaggi di una Pmi (velocità e flessibilità) e al tempo stesso quelli di un gruppo solido e internazionalizzato. Il che significa – come spesso sottolinea Alberto Scavolini – che non essendo la cucina un prodotto chiavi in mano ma un complicato insieme di servizi e funzioni, è necessario dare una costosa assistenza che solo un grande gruppo rodato e strutturato può assicurare.

Con l’ultimo prodotto presentato al Salone del Mobile di Milano, Sign, ernestomeda mette a disposizione una cucina scomponibile e ricomponibile post Covid, aperta al soggiorno, come sembra voglia la generazione dei Millennial. Negli ultimi anni poi Alberto Scavolini ha accentuato i requisiti di taylor made e esclusività delle collezioni con una forte connotazione di italianità; tra le collaborazioni figurano big del design come Giuseppe Bavuso, Andreucci&Hoisl, Marc Sadler, Rodolfo Dordoni, Pietro Arosio, Castiglia Associati, Carlo Bartoli, Zaha Hadid, Jean Nouvel.

Ernestomeda è poi la prima azienda di cucine ad aver ottenuto la Certificazione di origine italiana del mobile rilasciata da Catas e Cosmob, i due più importanti laboratori di prova indipendenti per il legno-arredo in Italia, un eertificato di origine richiesto dai clienti di tutto il mondo, quelli cinesi in particolare. Il fatturato 2022 supererà i 36 milioni, per il 32% realizzato all’estero.

E non casualmente sono stati siglati accordi che accentuano questo requisito, come con il gruppo Ferretti, che sin dal 2014 ha fatto vincere numerosi premi per gli arredamenti navali più innovativi e avanzati di gusto italiano. Alberto Scavolini ha da qualche anno seguito con attenzione anche i contract, contratti di committenti di complessi immobiliari di alta gamma, quelli che realizzano i quartieri più esclusivi, chiamati nel linguaggio tecnico dei progettisti “gated community”, fondati sulla totale ecosostenibilità e sulle tecnologie immersive e dedite alla salute.

E anche da questo filone del contract di qualità “italiana” è nata Milano Contract District, una collaborazione con la famiglia Pascucci che dal 2016 si è sviluppata ampliandosi a settori d’arredo non unicamente legati alla cucina. È di questi giorni una release di ernestomeda che interpreta i trend mondiali del real estate post Covid: innovazioni smart, come il piano di cottura a induzione che appare e scompare diventando invisibile, il sistema che sanifica e pulisce l’aria rendendo igienica la pattumiera e il piano di lavoro indistruttibile che ritorna perfetto anche dopo i segni lasciati dal cuoco.

Azienda a impatto Zero, campione di certificazioni

Anche una piccola e media azienda è in grado di praticare la transizione ecologica. E di farlo gradualmente ma secondo precisi parametri, misurabili e di conseguenza certificabili. Sino ad arrivare come la ernestomeda all’impatto Zero. Si parte dal Sistema di gestione ambientale (norma UNI EN ISO 14001) che garantisce che l’azienda si è impegnata in modo efficace nella riduzione dell’impatto ambientale in termini di prodotti, processi e servizi.

La conformità al requisito LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), attesta come le cucine dell’azienda brianzola siano conformi agli standard relativi alle basse emissioni di inquinanti indoor (EQ Credit 4.5 “Low emitting materials – Mobili e sedute”). Infine, ma l’elenco è limitato alle certificazioni più rilevanti, ecco il grande risultato della circolarità del prodotto che viene valutata attraverso la misurazione (bilancio materico) delle risorse adoperate per la realizzazione di un prodotto ecosostenibile. Per l’azienda del gruppo Scavolini, in particolare, sono stati testati tutti gli arredi.