Sostenibilità

Il Piemonte come l’Asia: il tè Made in Italy è servito

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di Riccardo Lagorio

Talvolta i sogni diventano realtà. Tenacia, innovazione e piccole, grandi coincidenze rappresentano le radici di questa bella storia tutta italiana. All’inizio degli anni Duemila, la storica famiglia di florovivaisti Zacchera di Premosello Chiovenda, nel Verbano, inizia a coltivare la Camelia sinensis, la pianta del tè, in vaso e per soli scopi ornamentali. I piccoli fiori bianchi e il delicato profumo vengono subito apprezzati dai clienti del nord Europa, rendendo La Compagnia del Lago una realtà assai nota nel settore.

L’incontro qualche anno più tardi con un’altra visionaria famiglia, i Carrai di Firenze, da oltre 60 anni importatori di tè e depositari del marchio Le Vie del tè, fonda le condizioni per una proficua collaborazione: gli Zacchera mettono a disposizione la competenza acquisita nella crescita della camelia, i Carrai l’esperienza nella selezione del prodotto finale.

Rimanevano numerose incognite: se le piante fossero davvero sopravvissute, come avremmo dovuto raccoglierle e lavorarle?

Si interroga il trentaseienne Alessandro Zacchera. «Nel 2016 decisi di ritagliarmi un ruolo nell’azienda di famiglia e proprio in quell’anno iniziammo a collaborare con i Carrai. Le prime 500 piante risposero bene grazie al microclima dato dallo scorrere del fiume Toce e dalla vicinanza delle montagne che riparano il fondovalle. Così oggi vengono destinati a tè ventimila metri quadri».

Il primo significativo raccolto è avvenuto nel 2021 con 50 chili di tè essiccato. È servito per celebrare i 60 anni de Le Vie del tè e affinare le pratiche di essiccazione. A partire da maggio 2022 e con la successiva raccolta di settembre si è entrati in una fase di vera e propria produzione commerciale, con l’ottenimento di tè verde e tè nero, ottenuti dalle stesse foglie ma con diverse procedure.

Il raccolto avviene tassativamente a mano per poter selezionare in campo le prime due foglie che si trovano sotto la gemma ancora chiusa. Al tè ottenuto si è voluto dare nomi commerciali che comunicassero agli stranieri l’origine italiana e si è scelto il mondo della musica classica per rendere ciò evidente:

  • Assolo è il tè verde in purezza, Aria è miscelato con petali di rosa;
  • Notturno è il tè nero in purezza;
  • Sinfonia è combinato con calendula.

«Le Vie del tè ha l’esclusiva di vendita e li commercializza nei negozi di Firenze e Milano. Noi lo vendiamo presso il piccolo spaccio all’interno del vivaio. Il periodo invernale ci permetterà di mettere a punto l’offerta per il 2023, accogliendo piccoli gruppi per degustazioni guidate e magari per la raccolta, come accade nel mondo del vino» spiega Zacchera.

Intanto proprio tra fine ottobre e metà dicembre i campi sono in piena fioritura e un tripudio di api li affolla anche perché non vengono utilizzati fungicidi né insetticidi. Inoltre, lo scorso anno Alessandro Zacchera ha assunto sotto contratto di tirocinio quattro persone di nazionalità asiatica presenti nella struttura di accoglienza del Comune. Li ha confermati con contratti di lavoro a tempo determinato, offrendo loro un’interessante esperienza che li integra a livello lavorativo e sociale. Il 17 novembre a La Compagnia del Lago verrà consegnato in Campidoglio il premio Bandiera Verde Agricoltura di CIA-Agricoltori Italiani per essersi distinta nella innovazione di prodotto e nelle politiche di tutela dell’ambiente e del paesaggio. Tutto grazie al visionario impegno di proporre un tè tutto italiano.

Alessandro Zacchera: le mie radici sono in Italia

Alessandro Zacchera raccoglie il testimone nella guida della azienda florovivaistica di famiglia La Compagnia del Lago nel 2016. Laureato in Economia e Finanza alla Bocconi, e con alle spalle due specializzazioni in ingegneria geoinformatica, decide di applicarsi a pieno titolo nell’azienda solo quattro anni più tardi, durante il periodo della pandemia, dopo avere vissuto qualche mese a Parigi in un’abitazione di 25 metri quadri.

«Un fatto che ha accelerato la scelta di tornare in campagna, all’aria aperta e per dedicarmi alla mia vera passione, le scalate – dice -. Quando avevo vent’anni capivo che il mio mestiere sarebbe stato a contatto con il mio territorio d’origine, ma quando si è giovani non ci vuole vincolare. L’esperienza in Europa mi è servita per aprirmi gli orizzonti. Poi, dopo i trent’anni, è un desiderio naturale voler tornare alle proprie radici». L’incontro con la famiglia Carrai è stato fatale per convincere Alessandro Zacchera a fermarsi a Premosello Chiovenda, un borgo di 1.800 abitanti, all’ingresso del Parco Nazionale della Val Grande, a 25 chilometri da Verbania e altrettanti da Stresa.