Sostenibilità

Keep Life: da frutta secca a opera di design

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di Pierluigi Masini

Racconta che l’idea gli è venuta così, per caso, e quelle che si posano senza preavviso sono sempre le migliori. Sette anni fa, durante le feste di Natale, la cena con parenti e amici si era conclusa secondo la migliore tradizione campana, con un canestro di noci, nocciole, mandorle, pistacchi, arachidi, castagne al centro della tavola. Tutti intenti a passarsi lo schiaccianoci e a rompere la frutta secca. Dopo qualche ora sul tavolo di legno si era materializzata una distesa di gusci piccoli e grandi di diverse forme, misure e colori.

Fu allora che Pietro Petrillo, giovane designer di Casapulla, in provincia di Caserta, pensò di vedere apparecchiato davanti a sé il suo futuro: avrebbe triturato e impastato quella distesa di gusci per farne un materiale nuovo, capace di mantenere in vita il frutto degli alberi e delle piante che la Natura ci offre, e lo avrebbe usato per farne oggetti di design.

Keep Life significa mantenere in vita, e il progetto ci mise ancora due anni prima di prendere una forma concreta. Nel 2017 nasce il marchio e viene depositato un brevetto per invenzione industriale che tutela l’unicità di un prodotto che non usa colle chimiche (tipo la formaldeide) ma sfrutta la lignina, polimero naturale contenuto in quei gusci destinati di solito a finire bruciati.

Ma non bastava ancora. Bisognava avviare un processo di lavorazione a partire dalla selezione della granulometria del composto, dal colore e dalla resistenza degli scarti, per arrivare alla realizzazione di stampi in 3D (con filamento naturale) per farlo essiccare. Un’asciugatura lenta, settimane e settimane per far prendere il collante naturale, segreto ben custodito. Né riuso né riciclo ma una naturale continuità di vita in nome del tutto si trasforma.

A distanza di cinque anni, Keep Life ha messo insieme ben 22 collezioni dedicate di prodotti per l’abitare e l’interior design: un lavoro che ha coinvolto, tra gli altri, l’architetta e designer francese Matali Crasset. Lei, che ama Bruno Munari e la semplicità delle cose giuste per la gente comune, ha disegnato un piantatoio, oggetto che serve a fare buchi nel terreno per mettere a dimora le piantine. Ma non è finita qui. L’anno scorso Giulio Cappellini, indiscusso talent scout del design, ha conosciuto Petrillo a VID – evento sulla sostenibilità che si tiene sull’isola veneziana di San Servolo – e dopo due mesi ha ospitato nel suo showroom milanese i prodotti KL. E le collaborazioni hanno riguardato ancora Giulio Iacchetti, Marialaura Rossiello Irvine, Elena Salmistraro, Gumdesign.

Supportato dalla designer Ilaria Spagnuolo, Petrillo ha portato avanti tante collaborazioni, tra cui quella con la Real Fabbrica di Capodimonte per realizzare un vaso per fiori metà in porcellana e metà in materiale KL. Nel tempo Keeplife ha creato una rete che ha messo in relazione intelligenze ed esperienze di progettisti, ma anche agricoltori e clienti consapevoli: una struttura consolidata  che ora coinvolge dieci aziende agricole che assicurano il materiale di partenza, i gusci della frutta secca, e sei realtà universitarie e di alta formazione, dal Politecnico di Torino alla Naba di Milano, al dipartimento di architettura dell’università di Firenze. Non è poco, e tutto è partito dallo scrunch di una noce alla fine di una serata in famiglia.

Parte degli utili reinvestita per piantare nuovi alberi

«Quest’anno Keep Life è entrata a far parte delle attività di progettazione a lungo termine della Piila Srl, società benefit di cui sono l’amministratore», spiega Pietro Petrillo. «In quanto società benefit, Piila ogni anno ha il compito e il dovere di investire utilizzando una parte dei suoi utili in attività a favore della comunità e per questo una delle maggiori iniziative che intendo intraprendere è la piantumazione di alberi utili alla nostra causa, ovvero noccioli, noci, mandorli, rispettando le caratteristiche fisiche dei terreni che dovranno accogliere gli alberi, salvaguardando le coltivazioni autoctone e mappando tutti i terreni coltivati sul territorio nazionale».

Eccolo l’ultimo impegno di Petrillo, che conclude così: «Keep Life è un alleato di Madre Natura, un anello di congiunzione con l’uomo, un finale alternativo ad un processo da essa iniziato. Per questo, utilizzando le caratteristiche lignee e meccaniche appartenenti ai gusci, con annesso processo di lavorazione, andiamo a generare una nuova alternativa di materia».