Sostenibilità

Off Grid Box Flex: luce e acqua con il fai-da-te

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di Stefano Tesi

Tutto cominciò nel 1999 con un’idea che, per l’epoca, era fortissima: realizzare in provincia di Arezzo il primo centro in Italia di compostaggio dei rifiuti a “biocelle dinamiche”, capace di trasformare la spazzatura in fertilizzante in soli quindici giorni anziché nei canonici sei mesi. E infatti il progetto si aggiudicò, grazie al decreto Ronchi, un finanziamento di un miliardo e mezzo di lire.

Eravamo giovani e ingenui, ma capimmo subito che, in quel settore, con la nostra onlus “La Fabbrica del Sole” saremmo andati poco lontano. Così l’anno dopo ci trasformammo in cooperativa sociale. Nemmeno questo, però, bastò.

Spiega Emiliano Cecchini, aretino, classe 1972, laureato in fisica a Roma nel gruppo del poi premio Nobel Giorgio Parisi. L’impianto di riciclo fu così realizzato, senza mai decollare realmente. E dopo qualche anno fu donato al comune.

La seconda intuizione arriva nel 2004. All’epoca la città toscana, con la Uno-A-Erre, era il polo orafo italiano e alimentava un vasto indotto industriale per la lavorazione del metallo. Procedimento che per combustibile usava l’idrogeno. Ed ecco l’idea: creare un idrogenodotto, ossia un’infrastruttura in grado di distribuire il gas direttamente alle imprese, affrancandole dall’uso di ingombranti e pericolosi contenitori. Grosse imprese come Sapio, Coingas si unirono alla cordata e nel 2008 i 2.500 metri di idrogenodotto, tuttora attivo, furono inaugurati in pompa magna.

Il dado del business sembrava tratto e così, nello stesso anno, la cooperativa si trasforma nella più agile Fabbrica del Sole srl. A Cecchini si affianca come socio co-amministratore Davide Bonsignore.

«Grazie all’esperienza fatta coll’idrogeno nel settore industriale – continua Cecchini – pensammo di trovarne un’applicazione ad uso civile. L’idrogeno è il gas più diffuso in natura e del resto, all’epoca, tutti ne parlavano come la fonte di energia del futuro. Creammo ad hoc la Exergy srl, ora liquidata, e brevettammo una tecnologia di produzione domestica di idrogeno tramite elettrolisi, alimentando il sistema con l’acqua piovana e i pannelli solari. Lo battezzammo “idrogeno verde”. Un uovo di Colombo: con quella semplice attrezzatura, chiunque avrebbe potuto prodursi l’idrogeno in casa, stoccarlo in una bombola e usarlo per i consumi domestici, come ad esempio i fornelli della cucina», conclude mostrandoci il prototipo che ha ancora in azienda.

Lo scoglio della burocrazia

Ma qui arriva ciò che Cecchini ritiene la più grande delusione della sua vita: l’applicazione pratica dell’invenzione si scontra con una muraglia di burocrazie e, dice lui, di grandi interessi. «Scoprimmo l’incredibile: la legge italiana contempla l’idrogeno come combustibile industriale, non civile. Non esiste pertanto nemmeno un’accisa ad esso applicabile: se lo produco e lo uso, divento un evasore fiscale. Non basta: non esistono norme di installazione, di sicurezza, di gestione, di certificazione. Non esistono gli interlocutori che cerchiamo da anni. Quindi il brevetto è, attualmente, inservibile».

La nascita dell’Off Grid Box 

Sempre nel 2008, però, nel capannone alla periferia di Arezzo scocca un’altra idea, ancora legata all’uso dei pannelli solari. Nasce Off Grid Box, una spin-off di Exergy per la produzione di Off Grid Box Pioneer, un container attrezzato con pannelli, batterie e depuratore in grado di garantire in totale autosufficienza, con una tecnologia rapida e compatta, energia e acqua potabile anche laddove elettrodotti ed acquedotti non esistono, come nei Paesi africani più poveri. Il progetto fu presentato a Solarexpo nel 2011 e il primo impianto fu realizzato nel 2014 in Sud Africa, dove l’azienda partecipava alla costruzione di 5 asili per la Oxfam.  Fu un successo, con vendite di oltre cinquanta esemplari in tutto il mondo, senza lanci pubblicitari e solo attraverso contatti diretti. Il costo era di circa 20mila euro ad apparecchio.

In Africa siamo riusciti a sopperire i fabbisogni di base anche di 300 famiglie – spiega Emiliano Cecchini.

Naturalmente si parla di consumi minimi, non misurati su scala occidentale, ma resta il fatto che, grazie ai nostri apparecchi, si possono produrre fino a 600 litri al giorno di acqua potabile e 15 kw di corrente elettrica. E che questa può pure essere stoccata in batterie da 1 kw, facilmente trasportabili e ricaricabili.

Con l’internazionalizzazione arrivano anche i primi riconoscimenti: nel 2017 l’azienda vince il premio di 100mila dollari messo a disposizione dallo stato del Massachusetts per il Massachusetts Challenge, il concorso per start up innovative che vedeva in lizza gli istituti di ricerca delle massime università statali.

Il passo successivo arriva nel 2021, con l’Off Grid Box Mini: un “bussolotto” di circa 60 centimetri di lato e 40 kg di peso che, sempre grazie a un pannello di due metri quadrati, dà 1 kw di corrente elettrica e acqua pulita non stop ricavabile da qualunque fonte, attraverso un sistema brevettato di filtri a membrana autopulenti. Per rendere l’acqua potabile basta installare un piccolo impianto ad osmosi inversa. Il tutto messo in opera senza permessi edilizi, autorizzazioni o altro. n

Così la casa diventa autosufficiente

L’ultimo nato nel capannone aretino è l’Off Grid Box Flex, un sistema ultracompatto che può generare 2 kw di potenza e permette l’installazione in serie di sei batterie, ossia di 12 kw, quanto basta ed avanza a dare assoluta autosufficienza elettrica ad una media abitazione. Il tutto con due soli pannelli solari e con un ingombro minimo, che può stare sul balcone di casa.

«È un sistema realmente off grid, cioè del tutto svincolabile dalla rete di distribuzione della correte elettrica. È però dotato anche di un selettore automatizzabile che, nel caso in cui l’energia fornita dal sole non sia sufficiente, consente di riallacciarsi al generatore o all’Enel. Ovviamente il prodotto è abbinabile anche al nostro sistema brevettato per la depurazione dell’acqua», dice Cecchini. «La fase sperimentale adesso è completata. Ci resta però da fare lo sviluppo commerciale. Per ora facciamo solo vendita diretta e provvediamo a tutto, istallazione e manutenzione compresa. Ci basta conoscere quanti moduli (deducibili fiscalmente al 50%, ndr) desidera il cliente e noi li forniamo».