Sostenibilità

Rifiuti elettronici, italiani distratti: la raccolta diminuisce

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di Paolo Cova

La carenza di materie prime da un lato e la sbadataggine degli italiani dall’altro fanno diminuire la raccolta di Raee, i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Con danni all’ambiente e profitti di un mercato parallelo borderline. È quanto si desume dai dati 2022 di Erion WEEE, il consorzio del Sistema Erion dedicato alla raccolta e al riciclo dei Raee che rappresenta una quota di responsabilità pari al 69% sull’intero sistema italiano. Nel 2022 Erion ha gestito su tutto il territorio italiano oltre 246mila tonnellate di Raee, pari al peso di più di 680 Airbus A380, in diminuzione di circa il 7% rispetto ai risultati del 2021 (266.614 tonnellate).

La flessione ha riguardato tutti i raggruppamenti in cui i Raee vengono classificati, a eccezione delle sorgenti luminose, R5, che con circa 211 tonnellate raccolte registrano l’unico dato positivo (+13% sul 2021). Sono i piccoli elettrodomestici, R4, a subire il calo più significativo (-14%) con 20.107 tonnellate (23.357 nel 2021). Calo anche per il Raggruppamento R3 (tv e monitor) che, dopo la crescita esponenziale del 2021 dovuta all’effetto del “bonus rottamazione tv”, si ferma a circa 44.632 tonnellate segnando un -10% rispetto all’anno precedente. Diminuzione anche per R1 (freddo e clima) con 77.464 tonnellate raccolte (-2%), così come per i rifiuti elettronici “più pesanti”, ossia quelli che al loro interno contengono elevate quantità di materie prime recuperabili: -9% per i grandi elettrodomestici, R2, che passano dalle oltre 114.700 tonnellate del 2021 alle 104.551 tonnellate del 2022.

I motivi del calo – spiega Giorgio Arienti, direttore generale di Erion – sono due. Innanzitutto la sbadataggine di quanti si tengono in casa un vecchio elettrodomestico non funzionante o, peggio, lo buttano tra i rifiuti indifferenziati.

Come conferma un recente studio realizzato da Ipsos per Erion, gli italiani non si dimostrano particolarmente virtuosi quando si tratta di dismettere Raee di dimensioni ridotte: 1 su 6 lo fa in modo inappropriato, gettandolo nel sacco dell’indifferenziata, nel cassonetto stradale o nel bidone della plastica (ai primi posti per gestione scorretta: asciugacapelli, 22%; tostapane e frullatore, 20% e caricabatterie per cellulari, 18%). Numeri ai quali sono da sommare tutti i piccoli Raee che gli italiani tengono in casa anche se non funzionanti.

Il secondo motivo «è l’esistenza di un mercato parallelo, gestito da operatori illegali o borderline, con cui vengono raccolti soprattutto grandi elettrodomestici per ricavarne specialmente ferro, acciaio, rame e alluminio senza curarsi del recupero di altri materiali o sostanze contenuti negli apparecchi, materiali e sostanze poi smaltite non si sa dove. Un mercato parallelo alimentato dal caro materie prime che rende i grandi Raee merce ricercata. Andrebbero intensificati i controlli, anche sui container in partenza dai nostri porti, pieni magari di grandi Raee fatti passare per apparecchi usati mentre sono rifiuti elettrici ed elettronici non smaltiti correttamente».

Così l’Italia è distante oltre 35 punti percentuali dal target di raccolta europeo (fissato al 65% rispetto all’immesso sul mercato nei tre anni precedenti). Mancano all’appello oltre 400mila tonnellate di Raee domestici, vale a dire quasi 3 milioni di grandi elettrodomestici (come frigoriferi, condizionatori e lavatrici) e più di 400 milioni di piccoli elettrodomestici (come cellulari, microonde, radio). Se l’Italia riuscisse a intercettare tutti i Raee oggi dispersi e ad avviarli a corretto trattamento si potrebbero riciclare altre 380mila tonnellate di materie prime, di cui 209mila tonnellate di ferro, pari al peso di 28 Torri Eiffel; 18mila tonnellate di rame pari a 198 volte il peso del rivestimento della Statua della Libertà, circa 14mila tonnellate di alluminio, pari a 16 milioni di moka da caffè e, infine, 106mila tonnellate di plastica, pari a 42 milioni di sedie da giardino.

E pensare che il settore dei Raee è strategico per l’economia circolare italiana: il tasso di riciclo delle materie prime seconde raccolte da Erion WEEE è stato infatti pari all’89,5% del peso dei Raee. Dalle oltre 246mila tonnellate di Raee domestici gestiti, il Consorzio ha ricavato più di 125mila tonnellate di ferro, circa 5mila tonnellate di alluminio, oltre 5mila tonnellate di rame e 32mila tonnellate di plastica.