Sostenibilità

Silvia Girotti: la bellezza ispiri anche l’economia

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di Alessandro Paciello

Un incontro con Silvia Girotti è affascinante e ha un respiro alto”: le sue esperienze professionali, di vita quotidiana e spirituale sono molteplici e variegate. Introdurne il profilo e il talento per presentare unintervista non è perciò semplice e quindi le passo il testimone”, rivolgendomi direttamente a lei: chi è Silvia Girotti?

Faccio molta fatica, quando mi si chiede di parlare di me, a collocarmi in un segmento definito. Non solo perché la mia formazione spazia dall’economia aziendale, declinata alla smart public administration e alla geopolitica, alle scienze della nutrizione umana e alla naturopatia. Faccio fatica perché seguo a oggi tutto questo contemporaneamente, come le mie pubblicazioni in buona parte attestano.

È straordinario come la vita mi abbia regalato una certa notorietà in ambito artistico pur essendo sostanzialmente quasi un’autodidatta del settore. Le mie opere, in particolare quelle della collezione Raccontando Roma e i suoi dintorni, hanno fatto il giro del mondo, conseguendo riconoscimenti importanti. È da essi che ho tratto l’indicazione di concentrare parte delle mie energie sulla Bellezza.

Perché non basta occuparsi di scrittura nelle sue varie espressioni o di segmenti tecnico-scientifici. Serve sposare con coraggio la Verità affinché si possa realizzare il Bene. La Bellezza deve perciò ispirare ogni nostra azione, ogni nostro progetto, finanche e soprattutto economico.

Riappropriamoci del nostro talento creativo, rimettiamo al centro dello sviluppo l’anima e sosteniamo il benessere nel rapporto con la Natura. E ripartiamo dalla Cultura.

Sono alla mia seconda silloge e al quarto libro: La Rosa Immortale mi piace definirla un’opera concettuale che segna il matrimonio alchemico tra Arte e Poesia.

Cos’è la poesia per lei?

È un linguaggio coraggioso al giorno d’oggi. Non perché anacronistico, figurarsi. È coraggioso perché è affine all’anima. È un linguaggio immediato, capace di tagliare l’involucro materiale del ricevente e di raggiungere in un attimo il suo cuore. È uno strumento potentissimo, al pari dell’Arte, che pone in una sorta di spazio sacro, di “non tempo”, un messaggio che resta lì in attesa di essere accolto.

Non è detto sia compreso nell’immediatezza. Quello strumento, volendo utilizzare un concetto scientifico, è come un retrovirus che, avvalendosi di un processo inverso, si innesta nel DNA, restando occultato e latente tra le decine di migliaia di geni cellulari. Potrà fornire un giorno all’organismo materiale prezioso per la sua evoluzione, come avvenne per la “sincina”, una proteina che, oltre cinquanta milioni di anni fa, rese possibile lo sviluppo del tessuto sinciziale della placenta. Un regalo del retrovirus HERV-K.

La poesia come retrovirus, concetto originale. Come si innesta questo retrovirus nel DNA dellessere umano di questo particolare periodo storico, secondo lei?

È un periodo straordinario questo che stiamo vivendo. Per cogliere le opportunità che ci porta è necessario sollevare il velo di māyā, andando oltre l’apparenza grigia. Questo termine sanscrito ricorre in diverse dottrine filosofiche e religiose dell’antica India e designa la creazione fenomenica, qualcosa di ben diverso dalla Creazione con la “C” maiuscola. Nella prima, si sostanzia l’illusione; nella seconda, il senso della Vita. Impariamo a vedere e impareremo a creare.

Quante opportunità abbiamo avuto in questultimo periodo per distinguere il vero dal falso, lautentico dallapparente…?

Le medesime opportunità ci hanno permesso di farlo sia individualmente sia collettivamente. L’evoluzione avviene nell’intimità del singolo, ma propagandosi all’esterno, può trovare il sostegno di coloro che in quel frangente stanno compiendo la stessa esperienza. Condividendola, le anime la amplificano, facendola diventare un’esperienza collettiva. Parte dell’umanità si sta ritrovando su questa Via e sta scoprendo di non essere da sola.

Cos’è e come si attua levoluzione umana, secondo il suo punto di vista? 

L’Universo è per natura duale e lo stesso concetto ha due modalità distinte di estrinsecazione: una segue la scia di māyā, l’altra della Vita; una sarà un’evoluzione fenomenica, l’altra sottile. La prima si fermerà al livello materico-mentale, la seconda coinvolgerà pienamente l’Essere. Siamo a un bivio: accettare il dogma della tecnologia fino al punto estremo di offrirle, al bisogno, le nostre membra od onorarle in quanto Tabernacolo della Santissima Trinità, cioè Mente, Anima e Spirito. Porre la Mente al servizio dell’Anima e lasciare che lo Spirito la illumini è un passo inequivocabile verso l’evoluzione della Vita.

E loverdose di tecnocrazia che sta ammorbando questi nostri ultimi anni?

In un mondo ideale quella tecnologica non sarebbe un’antagonista dell’evoluzione umana; accetterebbe di rifletterla, riconoscendone la superiorità e, soprattutto, l’ineluttabilità.  È infatti singolare che in questo periodo abbia avuto così tanto risalto il culto dell’Arcangelo Michele che pongo in relazione con il Sé Superiore. Michele è quell’intelligenza straordinaria che interviene a sostegno dei camminatori sulla Via del ricongiungimento con il Sé Superiore, attraverso il quale lo Spirito divino si riverserà sul piano materiale, rendendo possibile la creazione di cose belle, buone e vere.

Perché allora non unire due strumenti potenti come la poesia e larte per trasmettere un pensiero creativo?

È quanto ho fatto ne La Rosa Immortale, un’opera che mi piace definire il matrimonio alchemico tra emozione e intelletto. L’emozione aspira, nel percorso evolutivo, a farsi concetto e lo fa in due modi: uno artistico, espresso in tratti e colori; uno intellettuale, reso in parole. Ne conseguono creazioni che recano un’espressione manifesta e una immanifesta. Il “non detto” resta come un codice in quel “non tempo” in attesa che una chiave ne liberi il senso. La chiave è nascosta nella Conoscenza che si rivela a mano a mano che aumenta la consapevolezza.

Se la cultura deve riconquistare centralità nel presente, è necessario che oltre alla mente cosciente, sia nutrita l’Anima. Essa incrementa la sua Luce ogni qualvolta acquisiamo un insegnamento da un’esperienza diretta o della quale assumiamo contezza.

Questi ultimi anni, bui e reclusi, hanno reso questa Luce poco manifesta. Hanno attentato alla nostra socialità, ci hanno messi gli uni contro gli altri, a spiarci, insultarci e denunciarci dai balconi di casa…

È impensabile recepirci come esseri chiusi nella nostra individualità; possiamo utilizzare discipline diverse per studiarci, ma tutte addivengono allo stesso assunto: la sociologia ci definisce animali sociali, la scienza, nelle sue inclinazioni quantistiche, “esseri in relazione”. Possiamo immaginarci a tale proposito, come ricetrasmittenti che emettono e ricevono informazioni, in un continuo scambio di frequenze. Tale scambio non avviene solo da essere umano a essere umano, ma pone “tutto ciò che è” in relazione. Potrei spingermi oltre, dicendo che proveniamo dalla stessa matrice della quale custodiamo una preziosa scintilla. Noi anime…

E allora lentanglement è un concetto prezioso e diviene tanto più forte quanto maggiore è la consapevolezza. Giusto? 

L’evoluzione è contagiosa. E le opere d’arte o letterarie possono diventare strumenti di diffusione di semi. La Rosa Immortale attinge al mito, incastona emozioni in pensieri, si spinge in alto fino al cielo e alle stelle. Si fa talvolta critica per esortare al risveglio; racconta angoli di Roma esaltati nei colori e nei particolari, emozioni antiche impresse negli intonaci scrostati, nei sampietrini, nell’acqua scrosciante dei nasoni. Roma è un libro a cielo aperto… talvolta spietato, talvolta straordinario quando ripiega nella storia popolare. Nell’era di Internet e della cultura di massa, serve un faro che illumini l’essenziale.

La poesia e larte in generale come altrettanti fari?

Certo! È il coraggio della poesia, l’antidoto contro la superficialità di questo tempo: esso sta nel risvegliare l’attenzione dal torpore anestetizzante dell’effimero.

Quando poi questo risveglio è consegnato all’esempio creativo dell’Arte, più di un’indicazione viene fornita all’osservatore che, magari senza accorgersene, inizia a vibrare al ritmo del battito del proprio cuore. Sia questo libro “un alito delle divine labbra della Bellezza”, per dirla con Edward Morgan Forster, che, unendosi alle parole della Verità, tracci un piccolo segno sulla via del Bene!